Mentre in Venezuela montano le polemiche sull’illeggitimità delle elezioni di ieri che hanno hanno incoronato Nicolás Maduro presidente del paese fino al 2025, l’economia di Caracas continua a perdere colpi affossata dall’iperinflazione che, secondo quanto scrive Steve Hanke in un articolo pubblicato su Forbes, si aggira intorno 16.428% annuo. Un valore nettamente più alto di quello stimato del Fondo monetario internazionale (FMI), la cui stima è stata fissata intorno al 12.870%.
Secondo quanto scrive Hanke:
“Il mese scorso, il tasso di inflazione mensile ha raggiunto un nuovo massimo del 234%. A questo ritmo, i prezzi sono raddoppiati ogni 17,5 giorni”.
Nel frattempo, il bolivar ha dimezzato il suo valore nel 2017 e continua a crollare di giorno in giorno al mercato nero, dove scambia a oltre 752.000 contro un dollaro.
“L’iperinflazione continua a ridurre il valore del bolivar. Non possiamo prevedere la durara di questa fase, ma una cosa è certa: a meno che il governo decida di sostituire il Bolivar con il dollaro, come ha già fatto la popolazione venezuelana, questo episodio di iperinflazione potrebbe peggiorare rapidamente”.
Gli Stati Uniti dal canto loro hanno già detto che non riconosceranno l’esito del voto, come ha spiegato il vice-segretario di Stato, John Sullivan, che ha aggiunto che Washington intende comminare sanzioni sempre più efficaci contro Caracas, che non colpiscano il popolo venezuelano, in modo che non si rivelino dannose quando verrà ripristinata la democrazia.