NEW YORK (WSI) – A ormai meno di un mese dalle elezioni del 6 dicembre, il Venezuela continua a dare segnali inequivocabili di essere vicino alla bancarotta. L’ennesimo segnale arriva dalla decisione presa qualche giorno fa da Caracas di ritirare nel mese di ottobre liquidità detenuta presso l’FMI in forma di Diritti Speciali di Prelievo per 467 milioni di dollari.
La notizia, confermata dall’istituto di Washington, conferma le difficoltà del governo ad affrontare le prossime scadenze per il rimborso del debito sovrano e quello della compagnia petrolifera statale PDVSA, oltre che alla quasi impossibilità di importare beni e servizi dall’estero per assenza di valuta straniera.
A prosciugare le casse di Caracas, ormai quasi vuote, ci ha pensato il crollo del prezzo del petrolio. ù
Per questo Caracas ha fatto ricorso per la terza volta quest’anno i cosidetti ‘diritti speciali di prelievo’ dal Fondo Montenario Internazionale, portando il totale dei ‘prelievi’ a quota 2,3 miliardi.
Rispetto allo scorso anno le riserve di valuta del Venezuela di Nicolas Maduro sono crollate del 25% a quota 15,4 miliardi di dollari.