Società

Venezuela, spunta piano per l’impiego di mercenari anti-Maduro

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La presidenza Maduro, sempre più in bilico da quando gran parte della comunità internazionale ha riconosciuto il leader dell’opposizione Juan Guaidò come il legittimo capo di stato, potrebbe crollare definitivamente grazie all’impiego di un contingente di milizie private di lingua spagnola. E’ questo l’ambizioso piano che il fondatore della società di sicurezza privata Blackwater, Erik Prince, avrebbe proposto al governo americano. Lo rivelano a Reuters due fonti che avrebbero assistito alle presentazioni compiute dallo stesso Prince, per illustrare i dettagli della strategia volta a destabilizzazione il Venezuela e spingere il paese fuori dal regime socialista. I mercenari, secondo quanto riferiscono le fonti, sarebbero 4-5mila fra “peruviani, ecuadoregni, colombiani e ispanofoni”, nazionalità che secondo Prince avrebbero minore impatto politico rispetto a contractor americani.

Il prezzo dell’operazione sarebbe di 40 milioni di dollari, che Prince in parte intenderebbe ricavare dagli asset venezuelani congelati in seguito all’introduzione delle sanzioni contro il Paese sudamericano.

Sul piano ufficiale, Washington non ha commentato i presunti contatti con la società di Prince, mentre un portavoce di quest’ultimo ha negato l’esistenza stessa di un piano di risoluzione della Blackwater per il Venezuela. Secondo indiscrezioni provenienti da una fonte a contatto con la Casa Bianca, l’amministrazione non sosterrebbe un piano del genere. Il rischio è che un’interferenza esplicita possa innescare una guerra civile.

I rapporti della Blackwater con i militari americani sono stati rilevanti nella seconda guerra del Golfo, quando le sue forze private erano state impiegate per garantire la sicurezza delle operazioni del dipartimento di Stato sul territorio iracheno. Price, inoltre, è noto per essere stato un deciso sostenitore della campagna a favore della presidenza di Donald Trump. Il suo nome compare nel rapporto Mueller, citando un suo incontro con un magnate russo alle isole Seychelles, nel 2016, in qualità di rappresentante del team di Trump.