Per superare una crisi economica senza precedenti che dura da ormai quattro anni e sconfiggere il nemico dell’iperinflazione, il governo venezuelano ha deciso di togliere cinque zeri alla propria moneta e stabilizzarla ancorandola al petro, la criptovaluta nazionale legata ai barili di petrolio.
Il paese ricco di risorse petrolifere, tra i primi esportatori della materia prima al mondo, sostituirà il bolivar “forte” con il nuovo bolivar “sovrano”. Ogni petro vale 60 dollari, se ci si basa sul prezzo di un barile di petrolio in Venezuela, che si aggira intorno ai 3.600 bolivar sovrani.
Il cambiamento entrerà in vigore da oggi, lunedì 20 agosto. Si tratta di una svalutazione significativa in un paese in pieno caos economico finanziario, che doveva vedersela con una moneta sempre più debole e la mancanza di beni di prima necessità.
Caracas inizierà oggi a emettere le nuove banconote. Il nuovo bolivar sovrano, così nominato per distinguerlo dal bolivar in circolazione fino, sarà legato alla criptovaluta che il governo del presidente Nicolas Maduro aveva creato per aggirare le sanzioni americane.
In una misura separata, il salario minimo è stato fissato a metà del petro (1.800 bolivar sovrani) the minimum wage will be fixed at half a petro (1,800 sovereign bolivars) from Monday. È una cifra corrispondente a 28 dollari circa, più di 34 volte il livello precedente che era stabilito a meno di un dollaro sul mercato in nero.