Donald Trump starebbe prendendo in considerazione quello che gli sconsigliano diversi ex generali Usa: invadere il Venezuela.
Stando alle indiscrezioni di Axios, un paio di settimane fa il presidente Usa avrebbe discusso con il senatore Repubblicano Lindsey Graham dell’opzione militare nel paese sull’orlo di una guerra civile.
Dalla scorsa settimana il Venezuela – in profonda crisi economica con un’iper inflazione da paese in guerra – si ritrova con due presidenti. Si tratta del capo di Stato eletto e in carica, Nicolás Maduro, e il presidente dell’Assemblea Nazionale, Juan Guaidó, che si è autoproclamato presidente.
Trump avrebbe parlato dell’ipotesi di usare la forza in Venezuela, dove il governo americano ha riconosciuto e appoggia l’oppositore del regime Guaidó. L’idea è quella di fare pressioni diplomatiche ed economiche su Caracas per ottenere un cambio di leadership più favorevole agli Stati Uniti.
In merito alla conversazione avuta con Trump, Graham ha raccontato cosa è accaduto. [Trump] mi ha chiesto: “Cosa ne pensi di usare la forza militare?” e io ho risposto: “Non bisogna avere fretta, potrebbe essere problematico”. E lui ha ribattuto: “Mi sorprende, proprio tu che vuoi invadere qualunque paese”.
Graham è scoppiato a ridere. “Non voglio invadere chiunque. Voglio usare l’esercito soltanto quando qualcuno minaccia la nostra sicurezza nazionale”.
Sul Venezuela Trump più falco dei falchi militari Usa
“Trump è veramente aggressivo quando si tratta del Venezuela“, osserva un falco di destra come Graham in un’intervista telefonica concessa al sito domenica 27 gennaio. Lo stesso Graham ha detto che Trump è più interventista di lui quando si tratta del paese sudamericano ricco di risorse petrolifere e sempre più isolato sul piano internazionale.
Maduro, forte dell’appoggio di baluardi mondiali come Cina, Turchia e Russia, ha fatto sapere di non avere alcuna intenzione di lasciare e ha liquidato come “pagliacci” i suoi avversari. Il governo ha anche minacciato di cacciare i diplomatici Usa dal paese. Tuttavia Caracas ha poi rinunciato, accettando di “cessare le ostilità” con l’America.
In compenso ha attaccato l’Unione Europea e i suoi stati membri “sfacciati” rei di aver chiesto elezioni anticipate. I paesi europei, secondo il presidente del Venezuela, “dovrebbero subito ritirare l’ultimatum con cui hanno chiesto nuove elezioni entro otto giorni”.