NEW YORK (WSI) – L’oceano si può ripulire da solo dai milioni di tonnellate di rifiuti in plastica. È questa l’idea di business alla base di una start up ideata da Boyan Slat, un ragazzo olandese di 20 anni, che con la sua fondazione Ocean Cleanup, ha ideato un meccanismo che permette di sfruttare le correnti e le onde del mare per raccogliere i rifiuti di plastica grazie ad una enorme barriera galleggiante. Ad oggi, si calcola che negli oceani galleggiano oltre 260mila tonnellate di plastica. Le maggiori concentrazioni formano cinque “isole-spazzatura”: due si trovano nell’Oceano Atlantico, una nell’Oceano Indiano e due nel Pacifico.
La barriera verrà installata nel 2020 al largo delle coste giapponesi di Tsushima, vicino alla Corea del Sud. La barriera, ancorata al fondale, è composta da due bracci di circa duemila metri che fanno defluire i rifiuti verso dei compattatori alimentati ad energia solare.
Grazie alla sua “idea”, Slat ha incassato l’Index Award per un importo di 152 mila dollari dato a imprenditori con soluzioni ardite ai problemi più difficili del mondo. Il progetto che sta riscuotendo molto interesse – abbastanza da raccogliere $2 milioni di finanziamenti – ha anche attirato critici che dicono l’idea non è fattibile. Secondo l’oceaonografo, Kim Martini è difficile ancorare una struttura così grande nell’oceano, senza distruggere forme di vita marine.
Fonte: Business Insider
(MT)