Dopo la Brexit da più parti si parla ormai di un’Unione europea sull’orlo del collasso ma per alcuni così non è, anzi sta andando tutto secondo i piani di chi ha progettato il superstato, l’eurocrazia. A dirlo il banchiere privato Giuseppe Cirillo dal blog Hescaton, in cui elenca i punti a supporto della sua visione.
In primo luogo la Brexit che è vista come qualcosa di favorevole alla stessa I’Ue. E questo perché?
Perché ha eliminato l’unico stato da sempre reticente alla cessione di maggiore sovranità nazionale e che quindi avrebbe sicuramente messo il veto a qualsiasi processo necessario di incremento dei poteri di Bruxelles.
A seguire l’elezione del nuovo presidente Donald Trump che ha dato un’accelerazione alla centralizzazione europea o meglio alla nascita di un esercito europeo che a sua volta porterà alla creazione di un Ministero della Difesa europeo, un passo importantissimo nella marcia verso il superstato europeo, l’Eurocrazia.
“Il nuovo presidente americano non è particolarmente vicino agli eurocrati e soprattutto ha chiaramente fatto capire, che la protezione militare americana sull’Europa sta per finire e che quindi gli stati europei devono incrementare le proprie spese militari se ci tengono alla propria sicurezza”.
Infine la crisi economica è vista come un’occasione per cedere maggiore sovranità all’Europa.
“Gli stati meridionali, ma non solo, continuano ad essere soffocati dai debiti e perdura una condizione di crescita debole e depressione economica e morale. Questo non è assolutamente un male per gli eurocrati, anzi è un’occasione per farli cedere”.
Le prossimi elezioni in Francia, Germania e anche Italia non creeranno particolari scossoni.
“Il piano, la lunga marcia dell’Eurocrazia, procede nella sua strada, chi spera in un ritorno agli stati nazionali, a mio avviso si sta solo illudendo. Certamente questa Europa unita nel nome delle banche e della finanza non piace a nessuno, ma non saranno i nazionalismi a farla fallire. Auspico invece che possa nascere un movimento antisistema e riformatore a livello europeo, solo se i popoli europei si solleveranno uniti e prenderanno coscienza insieme c’è possibilità di cambiamento”.