Il fischio di inizio è previsto alle 8 ora di Washington, le 14 italiane. È allora che 40 tra capi di stato e di governo, assieme a inviati speciali delle Nazioni Unite, capi di aziende e rappresentanti di organizzazioni a difesa del pianeta, daranno il via al vertice sul clima organizzato al presidente Usa Joe Biden, in occasione della Giornata della Terra.
Il summit, che si svolgerà in versione virtuale oggi e domani e domani, sarà articolato in cinque sessioni di lavoro tematiche e prevede momenti di plenaria e gruppi di lavoro. Tra i leader che interverranno Mario Draghi, Vladimir Putin, Xi Jinping, Angela Merkel, Emanuel Macron e Ursula von der Leyen. Presenti anche Bill Gates, Michael Bloomberg, il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres. Grande attesa anche per l’intervento di papa Francesco, in calendario oggi.
Vertice sul clima: fari su Usa e Cina
Ma i fari saranno puntati soprattutto su Usa e Cina, che insieme producono il 42% delle emissioni di gas serra del mondo. Biden, secondo la stampa, dovrebbe presentare il nuovo obiettivo di taglio delle emissioni degli Usa che, secondo molti osservatori, dovrebbe essere di almeno il 50% entro il 2030 rispetto ai livelli del 2005. Il doppio del target fatto proprio da Barack Obama, poi apertamente sabotato dall’amministrazione Trump.
Xi Jinping, dal canto suo, ha fatto sapere che terra’ “un discorso importante”. La settimana scorsa, dopo due giorni di colloqui, l’inviato di Biden sull’azione climatica John Kerry e la sua controparte cinese Xie Zhenhua hanno pubblicato una dichiarazione congiunta in cui si impegnano a cooperare per frenare il cambiamento climatico.
Europa con le carte in regola
Di sicuro Europa si presenterà al meeting con le carte in regola Dopo una maratona negoziale di 14 ore proprio alla vigilia del summit, l’Ue ha di fatto formalizzato i nuovi impegni per arrivare, nel 2030, ad una riduzione delle emissioni del 55% rispetto al 1990 e per raggiungere la neutralità climatica al 2050.
Inoltre, dopo mesi di impasse, la Commissione europea ha adottato un primo insieme di criteri tecnici per la cosiddetta ‘finanza verde’. Cioè per individuare le attività economiche meritevoli di essere economicamente sostenute e premiate per la loro valenza ambientale. Rinviando però a giugno ogni decisione su gas e nucleare, due fonti che diversi Paesi, ma non tutti, considerano indispensabili per assicurare la transizione ecologica.