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Vertice Ventotene, Renzi rimane in sella: “elezioni 2018 comunque vada referendum”

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“Merkel e Hollande verranno in Italia per rilanciare l’Unione europea ce ne è un gran bisogno. Da domani (oggi per chi legge) parte un percorso in cui l’Europa smette di essere solo l’Europa delle banche, della finanza, delle regole tecnocratiche e torna ad esser l’Europa di Spinelli. Una partita tutta da giocare, ma va giocata”. Il premier Matteo Renzi preannuncia il vertice di Ventotene che si terrà oggi, con i due leader europei. E lo fa in un’intervista  in cui conferma quanto trapelato nei giorni scorsi: ovvero che lo scopo del governo italiano, in termini economici, è quello di “dare più soldi ai pensionati” e di continuare nel percorso del taglio delle tasse.

Su Ventotene:

“Tutti gli italiani devono essere orgogliosi che domani (oggi per chi legge), in un luogo simbolo di un grande ideale dell’Europa, la cancelliera Merkel e il presidente Hollande verranno per rilanciare dal basso l’Unione europea (..)”

L’operazione Ventotene, di cui Renzi è stato ed è il regista, ha uno scopo ben preciso: non casuale è la scelta dell’isola, dove il progetto europeo ha visto la luce, con la nascita del manifesto federalista dell’Europa. L’obiettivo numero uno per Renzi è quello di rilanciare l’Unione europea, in attesa del vertice europeo a 27 (escluso quindi il Regno Unito) che si terrà a Bratislava il 16 settembre e, più nel medio termine, nell’ambito di un percorso che si concluderà a Roma nel marzo dell’anno prossimo, quando verrà celebrato il 60esimo anniversario dei Trattati europei. Ma l’obiettivo numero uno non ha una valenza solo idelogica. Renzi vuole qualcosa da questo vertice: vuole più flessibilità sui conti e che l’Ue chiuda un occhio ancora sull’Italia.

Anche perchè:

“Il rubinetto del deficit noi lo teniamo più chiuso di tutti gli altri. Il mio governo è quello che lo ha chiuso di più: Monti faceva il 4%, Letta il 3, noi facciamo il 2,3. La Francia fa il 4%, la Spagna fa il 5% di deficit. Siamo tra i più bravi e i più virtuosi di tutti. Poi abbiamo un debito altino ma è stabilizzato”. Insomma, il ” ruolo dell’Italia è quello di costruire ponti, oggi vanno di moda quelli che costruiscono muri e scontri, ma dobbiamo abituare l’Ue a costruire ponti e non muri, questo vale anche con la Russia”. E comunque: “la parola austerity in Europa ha creato solo danni”.

Ma dal Caffé della Versiliana, da dove parla, arriva anche la svolta di Renzi: “Si vota nel 2018 comunque vada il referendum”, rispondendo alla domanda a bruciapelo di Paolo Del Debbio che gli chiede se si voterà nel 2018 comunque vada il referendum.”L’Europa ha tanto bisogno dei valori dell’Italia”.  A tal proposito, sul referendum:

“la democrazia non è sotto assedio, i senatori dell’opposizione non difendono la democrazia ma le loro poltrone”. E “se leggete il quesito ci sarà un sacco di gente, che vota Grillo o Lega, che diranno: a me Renzi sta antipatico ma io voto per semplificare”.

Il premier affronta anche la questione dell’immigrazione

“Io lo so che ho perso dei voti ma quando vedo un bambino che rischia di annegare, la prima cosa è che quel bambino dev’essere salvato”.

Sui conflitti interni al partito Pd e di nuovo sul referendum:

“Se D’Alema avesse messo un decimo del tempo che ha messo per attaccare me per attaccare Berlusconi… Lui pesca sempre la carta di attaccare quello più vicino, prima è toccato a Prodi. E la riforma di D’Alema era molto più dura, il governo aveva molti più poteri. Se D’Alema vuole fare la battaglia per difendere le poltrone e magari tornare in Parlamento, auguri. Ma non si utilizzi il referendum per cercare la rivincita al congresso che si farà quando previsto”.

Ancora:

“L’Anpi ha fatto polemica perchè il Pd vota sì. Sabato o domenica prossima, decida lui dove e quando, io invito il presidente dell’Anpi insieme a me per un confronto civile sul sì o no a una delle nostre feste dell’Unità”. “Decidano dove vogliono loro: a Reggio Emilia o Bologna. Ci dice perchè vota no, io dico perchè voto sì e ci diamo un abbraccio. E’ impossibile continuare a dire che non vogliamo il confronto: noi vogliamo cambiare e chiedo che si discuta nel merito”.