LONDRA (WSI) – Nel Regno Unito prendono il via oggi le elezioni più incerte dalla Seconda Guerra Mondiale. I sondaggi danno sempre i due partiti principali, conservatori e labouristi, in un testa a testa, facendo pensare a una situazione di ingovernabilità che non piacerà ai mercati. Si parla persino della possibilità di un esecutivo di minoranza o, caso ancora più raro per il paese, di un ritorno alle urne in tempi brevi.
Nel caso di Parlamento senza una netta maggioranza, per alcune settimane non si saprà chi guiderà il pase, se il premier uscente di centro destra David Cameron o lo sfidante di centro sinistra Ed Milliband. Potrebbero volerci tempo e intense trattative prima di arrivare alla formazione di un nuovo governo. Il nuovo esecutivo dovrà esporre il proprio programma legislativo il prossimo 27 maggio.
Sulle sale operative gli effetti della prevista ingovernabilità già si fanno sentire: la volatilità sta colpendo sterlina e titoli di Stato. Il tutto dopo che il Pil del primo trimestre ha deluso le attese (+0,3%). Se Cameron viene confermato, inoltre, ha già promesso che il suo partito si occuperà di indire un referendum sull’uscita dall’Unione Europea.
Se Miliband vince, vorrà dire che sarà con il sostegno politico del partio Nazionale Scozzese, che cercherà in tutti i modi un’opportunità per guadagnare sempre più indipendenza dal Regno Unito.
Le urne dei crica 50 mila seggi chiuderannno alle 23 ora locale. Sono oltre 45 milioni gli elettori chiamati ad eleggere 650 deputati. Chi sarà chiamato a governare avrà il compito non facile di rimettere in sesto le finanze pubbliche e rilanciare il settore manifatturiero e delle costruzioni.
Cameron non è aiutato dagli ultimi dati economici. Un’economia che andava a gonfie vele fino a fine 2014, sta subendo una frenata. Inoltre i livelli di debito elevati mettono in dubbio le politiche attuate dal governo Cameron, criticato da opinionisti e analisti in questo frangente.
Secondo David Basola, Responsabile per l’Italia di Mirabaud AM, lo stato di salute dell’economia britannica si è indebolito nel 2015 e la crescita “continua a dipendere dai servizi”.
Nel manifatturiero, “la produzione di beni di consumo resta solida”, secondo lo strategist, ma la sterlina forte comprometterà la competitività rispetto alle aziende dell’Eurozona.
“Dopo i deboli dati del PIL del Regno Unito della scorsa settimana, l’indice PMI sulle costruzioni e quello manifatturiero hanno fornito segnali di cautela circa la salute del settore produttivo”.
Bene invece le prospettive sul fronte dei consumi. “La fiducia dei consumatori, stabile a livelli record, continuerà a supportare le spese”.
“Al contrario, gli investimenti e la produzione di beni intermedi hanno subito un brusco rallentamento, indicando che alcune aziende stanno progettando di tagliare la produzione. I prezzi dei fattori di produzione e dei prodotti finali continuano a diminuire. Il settore delle costruzioni, poi, ha visto un forte calo, mentre la creazione di posti di lavoro è ancora solida”.
(DaC)