Scade oggi l’ultimatum lanciato dal governo britannico per trovare un accordo con l’Unione europea sul futuro post-Brexit. La deadline arriva in concomitanza con a due giorni Consiglio europeo, in partenza oggi a Bruxelles.
I negoziati si sono intensificati negli ultimi giorni, ma non si intravede alcun passo avanti nelle trattative. Lo spauracchio del “no deal” resta sempre dietro l’angolo, anche se le parti hanno già acconsentito a portare avanti i negoziati ad oltranza, anche dopo la data odierna, fino al termine ultimo del 31 dicembre, quando di fatto scadrà l’anno di transizione e scatterà la separazione.
I nodi restano essenzialmente tre: l’Irlanda, la pesca e le relazioni commerciali. Le parti restano arroccate sulle rispettive posizioni ed il capo negoziatore europeo Michel Barnier ha ribadito che serve un accordo, “ma non sarà ad ogni costo”.
“Nella sua dichiarazione di settembre, il premier” Boris Johnson “era stato molto chiaro sul significato del 15 ottobre. Dopo il Consiglio europeo, alla luce della sua conversazione con i presidenti von der Leyen e Michel, e sulla base del consiglio del suo team negoziale, dovrà prendere una decisione sui passi da compiere. Non possiamo anticipare la decisione” ha spiegato un portavoce britannico riguardo al negoziato tra l’Ue ed il Regno Unito sulle relazioni future post-Brexit. “Ci sono ancora divergenze, ed il capitolo pesca è il più difficile. Dobbiamo metterci d’accordo sulla sostanza ed il fatto di non avere un testo comune su cui lavorare, ha reso doppiamente difficile fare dei progressi”.
Inoltre per lunedì 19 ottobre è stato fissato un nuovo comitato misto Ue-Gb, che si terrà a Londra, che si concentrerà sull’attuazione dell’accordo di divorzio.
Sul tavolo anche Coronavirus e Recovery fund
Ma non ci sarà solo la Brexit sul tavolo delle discussioni odierne del Consiglio europeo. I fari saranno puntanti anche sulla’attuale situazione epidemiologica. I leader discuteranno inoltre del coordinamento generale e dei lavori sullo sviluppo e sulla distribuzione di un vaccino a livello dell’UE.
Fari anche su Recovery fund, che rischia pericolosamente di slittare oltre gennaio, dopo la diatriba tra Parlamento europeo e Consiglio suil bilancio Ue 2021-2027 e il piano Next Generation Eu (NGEU), di cui il Recovery Fund ha un ruolo fondamentale. Lo scorso 9 ottobre, alla fine di una giornata a dir poco tesa, era arrivato lo stop ai negoziati.
A far saltare il banco la richiesta del Parlamento di aumentare gli stanziamenti su ben 15 capitoli di spesa della proposta di bilancio, tra cui i programmi per la digitalizzazione, il lavoro e il sociale e il vincolo della conservazione dello stato di diritto per la possibilità di accedere ai fondi europei.