ROMA (WSI) – In quella che gli analisti hanno definito la più grande vittoria politica del premier Renzi, la riforma del Senato è stata approvata nonostante gli emendamenti fiume. Mancano ancora tre passaggi parlamentari per l’ufficializzazione, tra cui l’ostacolo finale al Senato, ma ormai l’addio al bicameralismo è cosa fatta. Per fermare la riforma, resta solo il referendum.
Il Senato ha dato ieri il via libera al disegno di legge Boschi, la tanto discussa riforma di Palazzo Madama che ha ricevuto luce verde con 179 sì, 16 contrari e 7 astenuti.
Il testo, probabilmente quello definitivo che sarà sottoposto ai cittadini nel referendum dell’ottobre 2016, passa ora alla Camera per la quarta lettura.
“Vista l’immensa confusione che introdue, non semplificherà l’iter delle leggi” e il numero di parlamentari resta il più alto d’Europa, denuncia la giornalista Ida Dominijanni, molto critica sulle pagine di Internazionale. Il testo è stato definita “la più sgrammaticata, sgangherata e regressiva riforma costituzonale che sia mai stata concepita nei vari tentativi che si sono susseguiti” dagli Anni 80 in poi.
Immancabile il cinguettio di Renzi, che su Twitter scrive: “Grazie a chi continua ad inseguire il sogno di un’Italia più semplice e più forte: Le riforme servono a questo #lavoltabuona”.
Molto critica l’opposizione con la Lega Nord che ha abbondonato l’Aula con la Costituzione in mano, mentre tutti i senatori del Movimento 5 Stelle e di Sinistra Ecologia e Libertà sono usciti non appena ha preso la parola l’ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, secondo Boschi uno dei “padri” della riforma.
(DaC)