Via della Seta: accordi per 2,5 miliardi. Di Maio rassicura Usa: “tlc fuori da intese”
Ammontano a 2,5 miliardi di euro gli accordi Italia-Cina firmati nella due giorni di visita del presidente cinese Xi Jinping in Italia nell’ambito della collaborazione della cosiddetta “Nuova via della Seta”. La conferma è arrivata dal vicepremier Luigi Di Maio nella conferenza stampa a Villa Madama dopo la firma del Memorandum con la Cina, in cui ha ribadito:
“Solo gli accordi firmati qui oggi in sostanza valgono 2,5 miliardi di euro. Accordi che hanno un potenziale di 20 miliardi di euro”. “Per noi oggi è un giorno importantissimo, un giorno in cui vince il Made in Italy, vince l’Italia, vincono le imprese italiane. Abbiamo fatto un passo per aiutare la nostra economia a crescere”. “Ci sarà una task force del Mise – ha detto ancora Di Maio – che monitorerà gli accordi, lavoriamo perché ci siano altri accordi da qui alla visita del premier Conte in Cina”.
Di Maio rassicura gli Usa
Di Maio intantocome riporta il sito CNBC, prova a tranquillizzare gli Stati Uniti sulla portata dell’accordo con Pechino. “Non c’è nulla di cui preoccuparsi”, ha detto in un’intervista all’emittente tv.
“Stiamo massimizzando tutte le misure precauzionali e voglio dire agli Stati Uniti, e lo confermerò anche in occasione della visita della prossima settimana, che sono nostri alleati e che capiamo le loro preoccupazioni, ma i contenuti del memorandum che firmiamo non contiene nulla di cui preoccuparsi, nulla relativo al 5G o qualsiasi accordo sulle telecomunicazioni strategiche “, ha detto Di Maio alla CNBC venerdì poco prima della firma.
Ll’Italia è il primo paese dell’Unione europea ad aderire all’iniziativa Belt and Road Initiative (BRI) della Cina. Decisione che solleva molte preoccupazione dagli Stati Uniti e dagli alleati europei. A questo proposito, Di Maio ha detto:
“Io non parlerei di posizione franco-tedesca, le due posizioni hanno sfumature diverse. E’ chiaro che l’Italia è arrivata prima sulla Via della Seta e quindi altri Paesi Ue hanno delle loro posizioni critiche, ne hanno tutto il diritto. Nessuno vuole scavalcare i nostri partner Ue ma, come qualcuno diceva America First, noi nelle relazioni commerciali diciamo Italy First”, ha detto ancora Di Maio rispondendo ad una domanda sulle critiche di Francia e Germania. “Con questi accordi ci aspettiamo un riequilibrio della nostra bilancia commerciale con la Cina. C’è troppo Made in Cina in Italia e poco Made in Italy in Cina. L’accordo stipulato ha l’obiettivo Di invertire questa tendenza”. “Ci aspettiamo un graduale aumento delle esportazioni”, sottolinea ancora.
Sul fronte degli accordi, dopo quelli istituzionali, è stata la volta di quelli delle aziende. Come riporta La Repubblica, “si sono alternati a firmare i manager di Eni, Cassa depositi e prestiti, Snam e altre importanti realtà economiche italiane e cinesi. Cruciale il capitolo dei porti: per quello di Trieste la società cinese Cccc interviene per potenziare i collegamenti per l’Europa dell’Est e del centro. Per quello di Genova, si prevedono progetti concordati per l’ampliamento dei moli”.
Grande assente Salvini
Nella delegazione italiana, spiccava l’assenza di Matteo Salvini, che non ha partecipato neppure alla cena di Stato ieri sera al Colle con 150 personalità di entrambi i Paesi. Da Cernobbio, il vicepremier leghista ha commentato:
“Non mi si dica che la Cina è un paese con il libero mercato”, aggiungendo comunque di essere contento della visita del presidente cinese e dell’apertura dei mercati “a parità di condizioni”.