Economia

Via libera alla manovra, quota 100 da febbraio

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

Alla fine M5S e Lega hanno trovato la quadra ed è arrivato il disco verde del Consiglio dei ministri alla manovra finanziaria da 37 miliardi per il 2019, che riflette quanto indicato nella nota di aggiornamento al Def. Sono previsti flat tax, reddito di cittadinanza, blocco all’aumento dell’Iva, reddito di cittadinanza, taglio delle pensioni d’oro, quota 100 per la riforma Fornero. E un deficit al 2,4% del Pil. La legge di bilancio prevede circa 22 miliardi di euro di misure che saranno finanziati a deficit.

Il Cdm ha dato anche il via libera al decreto legge fiscale e al dl taglia-scartoffie di semplificazione, che prevede oltre 100 adempimenti in meno per le imprese, e misure per una Rca auto “equa”.  Per i dettagli bisognerà aspettare ancora ma dopo un weekend ad alta tensione, i due vicepremier Matteo Salvini e Luigi Di Maio hanno trovato l’accordo sui principali punti della manovra.

L’annuncio è arrivato ieri dal premier Giuseppe Conte nel corso di una conferenza stampa tenuta al termine del Cdm (vedi video sotto riportato). Il governo, giunto al 137esimo giorno, ha definito la legge di bilancio la “manovra del popolo”, per via del fatto che taglia alcuni benefici e sprechi della classe politica. Il vice premier Di Maio, nel sottolineare che “il governo ha mantenuto le promesse”, ha parlato di un “Nuovo Contratto Sociale” che lo Stato stipula con i cittadini.

“Siamo riusciti a tenere i conti in ordine mantenendo le promesse annunciate in campagna elettorale e messi nero su bianco sul contratto di governo che rappresenta e rappresenterà sempre il nostro fondamento”, ha confermato il premier Conte. “Tutto questo è il frutto di un lavoro meditato e dei tanti incontri fatti e resi in modo trasparente a voi tutti. Abbiamo elaborato un progetto di politica economica che serve al paese e ai cittadini”.

Durante la conferenza stampa il ministro dell’economia Giovanni Tria ha confermato l’inclusione nella manovra delle misure sulle pensioni e reddito cittadinanza.

Eliminazione dell’aumento Iva, finanziamento della partenza del reddito di cittadinanza e della correzione della riforma Fornero con la possibilità di andare in pensione un po’ prima per superare problemi di blocco di turn over “. Ci saranno, inoltre, “provvedimenti fiscali a favore delle piccole imprese”.

Sugli investimenti pubblici, Tria ha proseguito,

“ci saranno strumenti nuovi per l’attività di progettazione per renderli più esecutivi. Non abbiamo solo messo in bilancio più fondi, ma messo strumenti per investimenti efficienti in tempi rapidi”.

Tria ha poi chiarito:

“L’idea che con questa manovra si vuol far saltare in aria l’Europa è del tutto infondata. E infatti nella discussione con l’Europa non si parla di questo”.

Nonostante il caos e i litigi, gli alleati festeggiano, almeno a parole: “Questa non è una semplice manovra – scrive il leader 5S – è un Nuovo Contratto Sociale che lo Stato stipula con i cittadini”; promesse “mantenute” con “gradualità e coraggio”, fa eco Matteo Salvini che a Cdm in corso posta anche un selfie per esprimere tutta la sua soddisfazione.

Le misure più importanti della manovra da 37 miliardi

Entrando nel dettaglio delle misure, il taglio delle pensioni d’oro, rilanciato con la gran cassa dal leader 5S e che invece incontra scetticismo fra i leghisti, non sarà contenuto in un decreto legge (dunque non entrerà subito in vigore e non sfrutterà una corsia preferenziale durante l’esame alle Camere), bensì sarà inserito nella manovra facendo “incassare allo Stato un miliardo in tre anni” mentre la riforma della legge Fornero, cavallo di battaglia soprattutto di Matteo Salvini, partirà già da febbraio e non più da aprile come era stato concordato la scorsa settimana.

Al via da subito dunque la tanto discussa pace fiscale, contenuta nel decreto collegato alla manovra: si potrà sanare la propria posizione presentando una dichiarazione integrativa su cui ci sarà una tassazione al 20% sul maggiore imponibile Irpef dichiarato nei 5 anni precedenti, con un massimo dichiarabile di 1/3 sull’imponibile dell’anno precedente.

Il tetto, come chiedevano i M5s, è fissato a 100mila euro, e in più i pentastellati portano a casa la rassicurazione che “non ci sarà nessun salvacondotto” ma anzi “per gli evasori ci sarà la galera“, dice Di Maio su Facebook.

Non solo: il M5s rivendica l’impegno su una nuova ‘rottamazione’: via sanzioni e interessi per tutti su cartelle e liti, con pagamento dilazionato in 20 rate trimestrali, cioè in 5 anni. Lo stralcio riguarda le cartelle sotto i 1000 euro ante 2010: si tratta del 25% del magazzino fiscale per circa 10 milioni di contribuenti.

Tra le coperture della legge di bilancio, oltre al taglio alle pensioni d’oro, un altro miliardo e trecento milioni verrà recuperato in un triennio dai fondi per l’immigrazione: oltre 500 milioni subito, a partire dal 2019.

Ora la parola passa a Bruxelles. Confermato l’invio entro la mezzanotte della comunicazione alla Commissione e all’Eurogruppo, da oggi inizia il percorso che porterà, entro fine mese, alla promozione o alla bocciatura della manovra.