Economia

Visco, riforme e investimenti per far ripartire l’economia

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

Servono più e investimenti riforme per modernizzare il Paese e favorire la congiuntura ma con un occhio ben attento all’equilibrio dei conti pubblici. E’ quanto affermato dal governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco in occasione del congresso annuale degli operatori dei mercati finanziari Assiom Forex a Roma. Oltre a parlare delle condizioni degli istituti di credito, nel suo intervento il numero uno di via Nazionale ha fatto anche il punto sull’andamento dell’economia italiana che ora si trova in recessione dopo i due trimestri consecutivi di crescita negativi registrati lo scorso anno (-0,2% nel terzo trimestre e -0,1% nel quarto).

Le nuove stime per l’economia. Nel suo intervento Visco ha evidenziato che le nuove previsioni della Banca d’Italia per l’anno in corso vedono un progresso dell’economia del nostro Paese ad un tasso dello 0,6% ma con possibili rischi di ribasso. Rispetto ad inizio dicembre, quanto la stima di Bankitalia era all’1%, la revisione riflette l’impatto negativo di alcuni dati comunicati nelle ultime settimane. Le nuove stime tengono anche conto del calo degli investimenti previsti da parte delle aziende e il peggioramento delle attese per la domanda estera.

Ancora molti i fattori di incertezza. Il governatore ha poi sottolineato che sulle prospettive per l’anno in corso e su quelle del prossimo biennio (che vedono una crescita attorno all’1%) incombono rischi, sia di origine internazionale sia interna. Tra i primi, i principali riguardano l’andamento degli scambi con l’estero, le vulnerabilità dei Paesi emergenti e le modalità di uscita del Regno Unito dalla Ue. Sul fronte interno pesa invece l’andamento dei tassi di interesse sui titoli di Stato.

Cosa fare per far ripartire l’economia. Secondo Visco per sostenere la crescita dell’economia sono necessari, oltre agli investimenti privati, anche interventi pubblici volti a rafforzare e modernizzare la struttura produttiva, a renderla più dinamica e in grado di creare maggiori opportunità di lavoro. Lo dicono i numeri: dal 1999 il tasso di crescita annuo dell’economia italiana è stato in media inferiore di un punto a quello dell’area dell’euro. Pertanto in assenza di risultati consistenti sul piano strutturale, quelli che a livello internazionale sono rallentamenti di natura congiunturale tendono da noi a trasformarsi in un ristagno o in un calo dell’attività produttiva.

Per il numero uno di via Nazionale al fine di assicurare un effettivo sostegno alla congiuntura, le politiche del governo devono mirare anche al riequilibrio dei conti pubblici, nella prospettiva della riduzione del rapporto tra debito e Pil. Come monito Visco ha ricordato che l’ammontare di titoli di Stato da collocare sul mercato è sempre elevato: quasi 340 miliardi per il rinnovo di quelli in scadenza nel 2019, che si sommano ai circa 50 previsti a copertura del disavanzo.

Focus sulle politiche di bilancio. Nel suo intervento Visco ha anche ricordato che l’incertezza sulle politiche di bilancio varate dal Governo non si è attenuata. “L’accordo con la Commissione Europea è stato raggiunto per il 2019, ma per il 2020-21 restano da definire numerosi aspetti e, specialmente, il futuro delle cosiddette clausole di salvaguardia, il cui importo è stato portato all’1,2% del prodotto nel 2020 e all’1,5 nel 2021. Se fossero disattivate senza misure compensative, il disavanzo si collocherebbe intorno al 3% del Pil in entrambi gli anni” ha sottolineato il governatore.