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Vita aliena: nuova tecnica potrebbe rintracciarli entro 4 anni

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NEW YORK (WSI) – Un team di astrobiologi ha pensato ad un nuovo modo per rilevare non solo l’acqua, ma anche la vita aliena su pianeti distanti.

C’è solo un problema, come riporta Science Mag: il telescopio, parte fondamentale del progetto, non sarà pronto prima del 2018.

Questo metodo, descritto da Amit Misra e dai suoi colleghi della University of Washington, dipende dal rilevamento di “dimeri”, o molecole che sono accoppiate insieme nell’atmosfera di un esopianeta. In chimica un dimero è un termine generico che si riferisce a qualsiasi composto assemblato da due unità più piccole identiche.

Misra e il suo team sono molto concentrati nella presenza di dimeri di ossigeno. Dal momento che l’ossigeno prende la forma di O2, un dimero di ossigeno in realtà è composto da quattro atomi di ossigeno, ed è scritto come O2-O2.

Quando un pianeta passa davanti alla sua stella, la luce della stella brilla attraverso l’atmosfera del pianeta e continua nello spazio fino a quando ci raggiunge. I dimeri nell’atmosfera assorbono luce come un filtro di colore su una fotocamera, creando così anomalie rilevabili una volta che la pressione del pianeta è almeno a 0,25, ovvero abbastanza per avere acqua liquida.
Quindi se gli astronomi osserveranno un pianeta con un segnale forte di dimero, è probabile che sia una prova convincente che quel pianeta possa avere vita aliena.

Ma qui sta il problema: attualmente non ci sono missioni su pianeti e per questo, dicono i ricercatori, dovremo aspettare il successore del telescopio Hubble, il James Webb Space Telescope, il cui lancio è previsto per il mese di ottobre del 2018.