di Alessandro Busnelli, consulente finanziario indipendente
Lo scorso 4 novembre i mercati finanziari hanno registrato un evento curioso, che ha catalizzato l’attenzione degli investitori: la capitalizzazione di Borsa di Apple ha eguagliato e superato quelle di Amazon, Google e Meta – il gruppo che controlla Facebook, Instagram e Whatsapp – messe insieme. Così la maggiore delle “quattro sorelle” del tech, come sono sempre state chiamate, è diventata più grande della somma delle altre.
Cosa è successo? Sui mercati la capitalizzazione di Apple è diventata superiore a quella di Alphabet – la holding a cui fa capo Google – Meta e Amazon messe insieme: 2.307 miliardi di dollari contro 2.306 miliardi, in base alle statistiche di Yahoo Finance. È bene ricordare che la capitalizzazione di mercato di una società si ottiene moltiplicando il valore di ogni azione per il numero di azioni in circolazione. E dato che il valore cambia continuamente mentre il titolo viene scambiato, la capitalizzazione di Borsa non va considerata come un indicatore attendibile e preciso del valore complessivo di una società; permette però di dedurre in maniera abbastanza affidabile il suo stato di salute, almeno in un determinato momento.
Trimestrale in controtendenza per Apple
Ed è proprio questo il contesto che ha reso possibile questo evento, avvenuto non a caso a ridosso della pubblicazione dei risultati finanziari trimestrali. Mentre Apple ha avuto risultati decisamente buoni – con il trimestre che ha fatto registrare un record in termini di fatturato e utile per azione – non si può dire lo stesso delle altre tre sorelle. Amazon ha fatto segnare nel trimestre un calo dell’utile netto del 9% rispetto allo stesso periodo del 2021, con un fatturato al di sotto delle attese degli analisti, tanto che alcuni giorni dopo il colosso dell’e-commerce ha annunciato il taglio di 10 mila dipendenti; a seguito della pubblicazione dei risultati trimestrali il titolo ha toccato i minimi da due anni, facendo crollare di conseguenza anche la capitalizzazione.
Meta paga caro il Metaverso
Stesso copione per Meta: il gruppo di Mark Zuckerberg ha visto calare il fatturato per il secondo trimestre consecutivo soprattutto a causa delle cattive performance della divisione Reality Labs, quella dedicata al business del Metaverso, sul quale il fondatore di Facebook sta concentrando i suoi sforzi negli ultimi mesi. Il fatturato della branch è sceso della metà su base annua, ampliando ulteriormente le perdite e questo ha portato il gruppo, che già negli ultimi anni aveva sofferto a causa dei problemi legati alla privacy degli utenti e al loro calo, ad annunciare il licenziamento di 11 mila dipendenti, il 13% della sua forza lavoro. Non se la passa meglio Alphabet: il colosso di Mountain View nel terzo trimestre ha visto i profitti continuare a scendere, nonostante un aumento delle entrate.
Il settore tecnologico soffre, ma non Apple
In questo scenario, caratterizzato da gravi difficoltà per il settore tecnologico – non dimentichiamo la crisi di Twitter, con il nuovo numero uno Elon Musk che ha annunciato il taglio di 10 mila dipendenti, Apple si è dimostrata (ancora una volta) una mosca bianca dal punto di vista finanziario. Già all’inizio del 2022 la mela morsicata era diventata la prima azienda al mondo a superare i 3.000 miliardi di dollari di capitalizzazione. Un traguardo raggiunto dopo un aumento di oltre il 40% del valore azionario registrato nel corso del 2021.