Certificates: come scegliere la tipologia più adatta al proprio profilo di rischio
I certificates, da prodotti strutturati di nicchia e, fino a poco tempo fa, riservati quasi esclusivamente agli operatori istituzionali, negli ultimi anni si sono notevolmente diffusi tra i risparmiatori italiani.
È salito di fatto e in modo esponenziale il volume degli scambi, così come il numero di operatori attivi nel settore, migliorando la liquidità complessiva sugli investment certificates.
Lo stato dell’arte dei certificati
Dai dati Acepi (Associazione Italiana Certificati e Prodotti di Investimento) emerge che nel 2020 il settore dei certificates ha raggiunto una cifra record, oltre i 17 miliardi di euro di collocato contro gli 11 miliardi del 2019, con un incremento del 55%. Un risultato che conferma un trend molto positivo, grazie allo scenario di mercato e in particolare ai tassi di interesse, praticamente inesistenti, che hanno reso il mercato di riferimento per gli investitori italiani, ossia quell’obbligazionario, sempre meno attraente in termini di rendimento. La stessa cosa vale per gli strumenti tipici di liquidità come i conti correnti o i conti deposito, dai quali i risparmiatori non percepiscono più rendimenti.
I certificati più apprezzati e ricercati
I prodotti strutturati più richiesti negli ultimi sei mesi del 2020 sono stati quelli a protezione condizionata del capitale e i certificates sono diventati talmente appetibili da far incontrare il favore sia degli investitori che dei risparmiatori.
- La prima caratteristica è che sono un prodotto passe-partout a seconda della propensione al rischio che caratterizza l’investitore. Un Certificate è uno strumento finanziario emesso da un intermediario che consente di prendere posizione su un’attività come ad esempio un’azione, un indice azionario, una valuta, una materia prima o un tasso di interesse.
Questi prodotti strutturati sono sempre più ricercati perché rispondono ai differenti profili di rischio e di rendimento e permettono di avere diversi tipi di protezione del capitale: da quelli che non ne garantiscono la protezione, a quelli che ne garantiscono una protezione parziale o condizionata rispetto a determinati parametri stabiliti in fase di emissione del Certificate, fino a quelli, generalmente rivolti ad investitori con una bassa propensione al rischio, che ne garantiscono la totale protezione del capitale.
Sulla base di specifiche e livelli di protezione del capitale offerta all’investitore, l’Acepi (Associazione italiana certificati e prodotti di investimento) suddivide i Certificate in 4 categorie: Certificate a Leva; Certificate a capitale protetto; Certificate a capitale condizionatamente protetto; Certificate a capitale non protetto.
- La seconda caratteristica è che i certificates consentono di investire somme ridotte in aree geografiche o segmenti di mercato altrimenti difficilmente accessibili ai singoli risparmiatori su diversi orizzonti temporali e su diverse view di mercato: è possibile utilizzarli con prospettive di rialzo, lateralità o ribasso della grande gamma di attività finanziarie sottostanti su cui sono emessi;
- La terza caratteristica è la facilità e trasparenza con cui si accede a questi prodotti: è possibile investire sui certificati di investimento sia attraverso il mercato primario in collocamento che quello secondario, come il SeDeX di Borsa Italiana o sul segmento Cert-X di EuroTLX ossia mercati regolamentati con costi assolutamente contenuti;
- La quarta caratteristica è l’efficienza dal punto di vista fiscale, perché i Certificates consentono di gestire bene il proprio zainetto fiscale e di recuperare le minusvalenze degli strumenti finanziari, non solo quando vengono rivenduti a prezzi superiori, generando una plusvalenza, ma anche quando distribuiscono rendimenti periodici condizionati sotto forma di cedole (es. Cash Collect).
In anni di tassi a zero, i Certificates di recente emissione che prevedono la distribuzione di cedole periodiche (coupon) mensili o trimestrali, da un lato rispondono all’esigenza cedolare a cui i risparmiatori italiani sono storicamente abituati e, dall’altro, permettono di compensare e recuperare le minusvalenze registrate nell’anno in corso e nei 4 precedenti in quanto, sia il capital gain che i proventi derivanti ad esempio dall’incasso delle cedole, sono considerati redditi diversi di natura finanziaria e questo avviene solo su questo strumento finanziario.
Perchè scegliere i certificates
I Certificates sono strumenti molto versatili e a seconda delle loro caratteristiche permettono di sviluppare diverse strategie, puntando sui rialzi o sui ribassi, anche moderati, dell’attività finanziaria sottostante.
È importante quindi che l’investitore, per capire se questo strumento risponda alle proprie esigenze, studi bene le numerose strutture disponibili e le tante opzioni che le istituzioni finanziarie emittenti mettono a disposizione e dettagliano negli appositi prospetti informativi predisposti in fase di emissione.
Un investitore informato è un investitore felice.
Articolo di Kenza Boga Chougara, Consulente Finanziario di Milano
Per info: kenza.bogachougara@pfwidiba.it
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