di Filippo Scarpini, Life Banker presso BNL- Gruppo BNP Paribas
Viviamo in un periodo storico molto complesso, turbato da eventi imponderabili e perlopiù infelici, i cosiddetti “cigni neri“. Il brusco risveglio dell’inflazione dopo anni sta avendo un impatto tangibile sulla vita delle persone e il contesto geopolitico fa riaffiorare incubi che pensavamo remoti. Oggi i timori degli investitori appaiono quanto mai vicini e giustificati. In primo luogo perché l’attuale scenario arriva dopo un biennio già complicato, caratterizzato da un’emergenza sanitaria che non può ancora essere considerata completamente alle spalle. In secondo luogo perché oggi non esiste un’alternativa valida per coprirsi dai ribassi dell’azionario, in quanto tutte le asset class stanno mostrando un’elevata correlazione. Nonostante questo quadro non idilliaco, la storia insegna che adottando corretti comportamenti nei momenti chiave si può resistere a qualsiasi urto esterno.
Nessun investitore, gestore o consulente, possiede la sfera di cristallo: giocare a prevedere il futuro è uno “sport” rischioso in ogni ambito e può portare a conseguenze catastrofiche se viene praticato nella gestione dei propri risparmi. Per questa ragione, limitarsi a osservare il passato non è soltanto una soluzione rassicurante, ma anche quella più ragionevole. Il passato è il principale alleato degli investitori. Analizzando come si sono mossi i mercati finanziari durante i principali avvenimenti della storia recente, l’unica certezza è che sono riusciti a superare qualsiasi batosta momentanea, sia quelle più brevi, sia quelle più durature.
A ogni investitore la risposta corretta
Ritengo che, mai come in queste fasi, emergano le differenze esistenti tra le diverse tipologie di investitori. Riprendendo una classificazione utilizzata da Nassim Nicholas Taleb nel libro Antifragile. Prosperare nel disordine, i clienti dei consulenti possano dividersi in tre categorie: fragili, resilienti e anti-fragili. Un professionista valido deve saperli traghettare tutti e trasmettere loro tranquillità e concretezza, specialmente nei momenti difficili.
Essere fragili durante uno scenario come quello attuale può avere un effetto distruttivo sul portafoglio. L’investitore fragile non accetta la casualità come parte del mondo e rimane in costante balia dei cigni neri. Per quanto riguarda la mia esperienza personale, gli investitori fragili rappresentano una minima parte. Alla base di una corretta consulenza finanziaria è ne- cessario, per chi fa questo mestiere, insistere e investire tempo nell’educazione finanziaria dei propri clienti, in modo tale che siano in grado di affrontare con su?- ciente razionalità e giudizio le fasi negative che pun- tualmente si presentano sui mercati.
Gli investitori resilienti godono invece di maggiore con- sapevolezza finanziaria. Accettano di far parte di un contesto molto più grande di loro e assimilano il patri- monio a un metallo: un portafoglio ben diversificato e
robusto è in grado di resistere a ogni scossone. Di fronte a un numero così elevato di cigni neri, tuttavia, essere resilienti non basta più. Per poter convivere con la vola- tilità occorre a volte essere anti-fragili.
Gli investitori anti-fragili riescono ad affrontare l’ignoto con razionalità e intraprendenza, assumendo talvolta decisioni che alla massa degli investitori possono appa- rire in controtendenza.
I comportamenti anti-fragili
Se da una parte i ri- bassi di inizio hOhh non fanno bene al morale dell’investitore, dall’altra offrono un’eccellente opportunità per incrementare la propria posizione. Investire gradualmente a piccole dosi con la strategia del piano di accumulo (Pac) è una soluzione vincente, ma se utilizzata con un approccio statico, finisce per portare benefici limitati. “Mediare” un investimento in perdita produce una progressiva riduzione del prezzo medio di carico. Mantenendo costante la somma investita, si acquista un numero maggiore di quote e il prezzo medio di carico sarà più basso rispetto alla media dei prezzi.
Comprare sui ribassi rappresenta un esempio di comportamento anti-fragile che permette di fare realmente la differenza in una strategia di pianificazione di lungo periodo. Questo vale soprattutto per i millennial e per le generazioni più giovani che, potendo sfruttare un orizzonte temporale più ampio, non possono fare a meno di inserire in portafoglio una consistente quota azionaria: nel medio-lungo termine, infatti, non esistono reali alternative alle azioni.
Per gli investitori con più anni alle spalle il discorso non è poi molto diverso, visto e considerato che il rialzo dei tassi obbligazionari non aiuta a tutelarsi dai livelli record raggiunti dall’inflazione. Per chi possieda un portafoglio già consolidato e bilanciato, in questo momento è importante mantenere una diversificazione geografica e settoriale, evitando di inseguire il trend del momento. Ai miei clienti cerco sempre di ricordare che non è il mercato a doversi adattare all’emotività dell’investitore, ma è quest’ultimo che deve essere flessibile e capace di muoversi a seconda dello scenario che si presenta. Accettare che non possiamo controllare l’andamento dei prezzi è un primo importante passo per assumere decisioni consapevoli. Spesso sui mercati sono proprio gli atteggiamenti in controtendenza a fare la differenza. Tutti siamo legittimamente preoccupati per l’attuale scenario e per i suoi possibili sviluppi a breve termine, ma citando Tolkien: “Non spetta a noi decidere: l’unica cosa che possiamo fare è decidere come disporre del tempo che ci viene concesso”.