di Alessandro Busnelli, consulente finanziario indipendente
Per capire come gestire la crisi finanziaria in corso ne vanno comprese anzitutto le ragioni. Questa crisi è dovuta soprattutto alla guerra e al conseguente aumento dell’inflazione, cominciata dai prezzi dei beni energetici e che si è poi trasferita su tutti gli altri prodotti. Per contrastare l’inflazione le banche centrali hanno avviato una politica di rialzi dei tassi di interesse, che provocherà un calo della domanda e di conseguenza dei prezzi. Con l’aumento dei tassi di interesse aumentano però anche i tassi sui mutui e sui prestiti, complicando la situazione di chi ha bisogno di chiedere finanziamenti per comprare casa o per altri acquisti. Ma anche gli investitori risentono del rialzo dei tassi, che porta ad una discesa dei prezzi di obbligazioni e azioni.
Primo: non vendere
Questo è valido in particolare per alcuni titoli, come quelli tecnologici: per calcolare il fair value delle azioni si usa infatti una formula che prende in considerazione i ricavi futuri, che vengono attualizzati dividendoli per il tasso di interesse. È quindi intuitivo capire che se il tasso è all’1% si dividerà per 1, mentre se è al 4% si dividerà per 4, e quindi il valore si ridurrà. In questo momento i prezzi sono già scesi parecchio, quindi è altamente sconsigliato vendere: prima o poi l’inflazione inizierà a scendere, le banche dovranno interrompere il ciclo di rialzo dei tassi di interesse e in quel momento, con i prezzi ai minimi, tutti inizieranno a comprare, portando i prezzi a salire.
Tenere duro
Un accenno di questa dinamica si è visto a giugno-luglio, quando i prezzi erano saliti perché si pensava che l’inflazione potesse iniziare a scendere. In seguito, i dati negativi sull’inflazione di agosto e settembre hanno spinto la Federal Reserve a essere ancora più aggressiva, portando così il mercato a scendere ancora. Il consiglio per gli investitori è quindi quello di tenere duro fino a che non si fermerà il ciclo rialzista.
Azionario: la parola chiave è diversificare
Per chi ha liquidità questo potrebbe essere il momento giusto per comprare: nessuno sa quando sarà il minimo, ma se si vuole investire su un’ottica temporale di almeno tre anni o più lunga si può considerare l’idea di comprare. Nel breve termine il mercato potrebbe scendere ancora, ma se si guarda nell’arco di 2-3 anni i prezzi attuali sono ottimi. Per chi vuole investire sull’azionario la parola chiave è diversificare, anzitutto per aree geografiche. Negli Usa la politica monetaria restrittiva sarà più aggressiva ma probabilmente l’economia terrà meglio, al contrario di quanto probabilmente accadrà in Europa. È quindi fondamentale diversificare per area geografica e anche per settore. I titoli tecnologici hanno visto calare notevolmente i prezzi, e quindi quando il mercato ripartirà avranno grandi possibilità di rialzo, ma è importante mantenere il portafoglio bilanciato con titoli di settori difensivi, come i farmaceutici.
Obbligazionario: occhio all’high yield
Sul mercato obbligazionario, invece, i prezzi delle emissioni con scadenze lunghe cominciano a essere interessanti, ma il rischio è che possano ancora scendere, se proseguono i rialzi dei tassi. In questo momento sono molto interessanti le obbligazioni high yield, sia europee che statunitensi, perché offrono rendimenti molto alti a fronte di prezzi che potrebbero scendere ancora con il concretizzarsi della recessione, ma che risaliranno velocemente perché parliamo di titoli con scadenza breve. E questo vale anche per i fondi obbligazionari composti da questi titoli. Va poi tenuto conto del fatto che se la guerra in Ucraina dovesse improvvisamente finire i mercati risalirebbero di colpo: al momento questa eventualità non viene prezzata, ma se si dovesse trovare un accordo i prezzi comincerebbero a salire.
Reazioni da panico
In questa come in altre crisi, l’investitore esperto sa già che non deve vendere, e anzi riconosce che questo può essere il momento giusto per comprare. Viceversa, chi si sta approcciando solo ora al mondo degli investimenti rischia di farsi prendere dal panico alla vista dei prezzi in calo e può decidere di vendere, realizzando in questo modo una perdita certa, oppure di bloccare l’attività di consulenza, che invece deve continuare soprattutto in momenti come questo, per provare a cogliere le opportunità presenti anche nei contesti più difficili.
Accettare la volatilità
Il consiglio è sempre quello di chiamare il consulente, che è la persona in grado di rassicurare e tranquillizzare il suo cliente, sempre che il portafoglio sia costruito in modo adeguato. Non bisogna farsi prendere dal panico di fronte alla volatilità dei prezzi: se anche le azioni scendono momentaneamente di valore, se ci troviamo di fronte ad aziende solide i valori si riprenderanno. Bisogna quindi accettare la volatilità, accettare che in questo momento i prezzi sono negativi e armarsi di pazienza per attendere che risalgano.
Torna sempre il sereno
Quando parliamo di investimenti l’orizzonte temporale è di almeno 2 o 3 anni, se non anche 5 o 10, specie per chi investe in maniera preponderante sull’azionario. La ripresa da una crisi può essere più o meno veloce: nel caso del Covid, ad esempio, ci è voluto meno di un anno per tornare ai valori precedenti. Quella attuale è una crisi che richiederà certamente più tempo per risolversi, perché le banche centrali non stanno iniettando liquidità nel sistema, anzi stanno adottando politiche restrittive: ma alla fine la storia ricorda che dopo ogni crisi c’è un recupero. Che può avvenire anche dopo 5 anni, come nel caso del fallimento di Lehman Brothers.
Rispettare la pianificazione finanziaria
Un aspetto veramente importante è il rispetto di una corretta pianificazione finanziaria: se il portafoglio è stato costruito su un orizzonte temporale di 5 anni, non si può disfare tutto dopo un anno perché si è preda del panico. Bisogna provare a vivere bene anche i periodi brutti, provando a considerarli come un’occasione per acquistare a buon prezzo. Ai miei clienti consiglio di stare tranquilli, di rivolgersi al consulente per qualsiasi dubbio e di non controllare troppo spesso. Guardare ogni giorno i prezzi e i movimenti di mercato è il lavoro del consulente: se il portafoglio è ben costruito e ben diversificato il cliente non ha necessità di controllare l’andamento dei suoi investimenti quotidianamente, una pratica che sconsiglio perché fonte di ansia e preoccupazione.