di Claudio Carella, consulente finanziario
In ogni progetto – sia esso finalizzato alla costruzione di un ponte, ad ampliare il flusso di dati in una rete di telecomunicazioni ma anche ad individuare il miglior punto di ingresso in una curva in un circuito di Formula Uno – per ottenere le massime prestazioni è necessario quantificare i confini, il limite estremo, mettere alla prova le forze in gioco. E poi, questo limite, bisogna cercare di superarlo, stressarlo e misurare quindi il punto esatto di rottura. Perché ogni progetto, per quanto sia curato, ha un suo punto di non ritorno, ed ecco quindi che il ponte crolla, la rete di telecomunicazioni va in tilt, il pilota di Formula Uno va a sbattere contro le barriere.
Negli investimenti finanziari è la stessa cosa: dobbiamo conoscere il punto di rottura di un determinato portafoglio, testarlo nelle situazioni di stress estremo, inserirlo in ogni scenario possibile e verificarne il suo limite. Solo dopo sarà presentato al cliente, misurando la sua reazione a tutte le possibili evoluzioni, in ogni scenario anche più estremo. E quindi individuare un complicato punto di equilibrio tra emotività , realtà del mercato e volatilità dell’investimento. Questo “limite” che cerchiamo di misurare viene messo alla prova continuamente, in tempo reale.  La realtà dei fatti è che, nonostante si cerchi di essere molto precisi nel misurare questo livello di tolleranza, ciò che determinerà il successo di un investimento saranno le scelte che farà l’investitore nei momenti di stress, e quando i drawdown sono più profondi e più lunghi di quanto entrambi potessimo immaginare, lui venderà in perdita, decretando l’insuccesso dell’investimento.
Cosa possiamo fare per rendere efficace prima che efficiente l’investimento, far sì che lui raggiunga il risultato auspicato? Aumentare la nostra consapevolezza e trasferirla all’investitore, giorno dopo giorno. Sappiamo ad esempio che ogni scenario possibile rientra all’interno di una distribuzione gaussiana, e che il nostro portafoglio non sfugge a questa regola. Vedere sotto per credere.
Da notare le code estreme, dove rientrano gli eventi meno probabili e che quindi si presentano con frequenza estremamente bassa. E’ vero che il grafico a destra, con la frequenza statistica di serie storiche di oltre 50 anni relative al portafoglio reale ci dovrebbe rassicurare, ma questo va testato, come nella progettazione di un ponte, nelle situazioni estreme, individuare il punto di tolleranza e, quindi, scegliere un livello adeguato di sicurezza (e benessere) per il cliente.
Ma davvero tutti gli scenari possibili sono sempre considerati? O forse è vero che, magari per un periodo imitato di tempo, la frase “questa volta è diverso” possa aver senso?
Io guardo a questo 2022 come ad un anno straordinario: è già successo infatti che S&P 500 e Treasury scendessero insieme, in appena cinque occasioni (bassa frequenza) a partire dal 1928, ma è la prima volta in assoluto che entrambi perdono oltre il 10%. Non lo avremmo mai immaginato poiché non viene considerato come evento possibile, eppure è successo.
Può aver fatto male, certo. Ha causato molto dolore agli investitori. Ma stiamo vivendo un anno straordinario, siamo dentro una tempesta e, se è vero che non tutti la supereranno indenni, chi ne uscirà fuori avrà appreso una grande lezione (e sarà anche più ricco). Ma tutto questo ci insegna anche alcune cose:
- E’ un evento raro, quindi con poca probabilità di ripetersi almeno nel breve. Cosa che tuttavia non può essere esclusa;
- I rischi che si possono materializzare sul mercato non necessariamente rientrano tra quelli che abbiamo considerato nell’asset allocation, ci sarà sempre la possibilità di aver commesso “errori”, e quindi abbiamo la grande opportunità di diventare più “umili”;
- Le correlazioni come le conosciamo diventano obsolete nei momenti nei quali dovrebbero proteggerci, tuttavia non sono affatto delle inutili “zavorre”, ma vanno ripensate e modificate profondamente. Molte cose che sappiamo, ad esempio, sono imperfette o del tutto sbagliate;
- Dovremmo concentrarci su come gestire l’incertezza e, all’interno di questa, progettare il nostro piano di investimento, quindi rispettare metodo e regole di comportamento;
- Dovremmo imparare a demolire alcune certezze smentite dai fatti, e accettare il fatto che frasi tipo “secondo me” sono spesso preludio di grandi delusioni;
- Ultimo insegnamento, è necessario studiare e provare ad interpretare ciò che ci circonda, non cercando conferme alle nostre convinzioni, ma anzi accettando punti di vista anche molto diversi.