di Gian Luca Cardarelli consulente finanziario di Bologna
La diffusione estesa del virus COVID-19, il crollo del prezzo del petrolio e una più ampia riduzione della liquidità sui mercati obbligazionari hanno creato una tempesta perfetta sui mercati finanziari.
Allo stato attuale non è possibile fornire precise previsioni economiche in quanto le principali economie si stanno sostanzialmente arrestando, per una durata che non è nota, per poter controllare la diffusione del virus. I mercati moderni non avendo mai visto nulla di simile quantificano negativamente l’impatto sui fondamentali economici e societari.
Se confrontiamo il calo dei mercati azionari negli ultimi giorni e l’allargamento degli spread sul mercato obbligazionario con alcune delle più grandi discese di mercato della storia notiamo un movimento persino piu’ acuto rispetto al culmine della Grande crisi finanziaria del 2008/09.
Dobbiamo però considerare che gli attuali squilibri economici sono inferiori rispetto a quelli della Grande crisi finanziaria e che il prezzo degli asset finanziari, a seguito della forte volatilità, stanno tornando a livelli più interessanti, cosi come i rendimenti a scadenza dei titoli obbligazionari, creando delle opportunità per gli investitori di lungo termine che sono disposti a sopportare le oscillazioni di mercato.
Rispetto alle precedenti questa è una crisi che viene dall’esterno, non da una fattore economico ma da un problema sanitario. Siamo influenzati e condizionati da un virus che si diffonde rapidamente ma che ha un punto debole: si contrae esclusivamente per contatto.
Gli altri Paesi europei stanno facendo il nostro stesso errore, reagendo in ritardo, in quanto nessuno ha piacere di frenare le proprie economie: solo quando i Paesi di tutto il mondo capiranno che l’isolamento rigido e forzoso è l’unico modo e il più veloce per arginare l’epidemia allora probabilmente si tornerà ad una situazione di apparente normalità.
Andremo quindi incontro ad una recessione “programmata” e sappiamo tutti che in campo economico prima si interviene e meno saranno le conseguenze economiche. Nel frattempo un dato incoraggiante arriva dal mercato cinese da cui è partita l’epidemia e che per primo ha sperimentato l’isolamento: la produzione è già tornata ad una percentuale attorno al 75% e i mercati finanziari hanno registrano una flessione più contenuta.
In questo contesto gli investitori dovrebbero seguire le potenziali risposte di politica monetaria e di politica fiscale che potrebbero innescare veloci cambiamenti nell’andamento di mercato e auspicare che siano abbastanza potenti da poter attenuare la correzione in atto. Abbiamo già visto cosa è accaduto nei giorni scorsi in Europa con il bazooka della Bce.
Negli Stati Uniti, oltre a tagliare i tassi fino ad azzerarli e ad ampliare l’allentamento quantitativo la Fed non esiterà a riaprire la varietà di programmi che ha già utilizzato durante la crisi finanziaria per migliorare le condizioni di finanziamento.
Siamo quindi tutti condizionati da questo bombardamento mediatico che aumenta la propria emotività e, così come stiamo facendo con la nostra salute, ci vorrebbe un protocollo da seguire nei mercati finanziari (che a differenza del virus hanno un comportamento ben noto).
Sappiamo tutti che periodicamente arrivano delle crisi ma quello che accade prima e dopo ogni crisi è sempre uguale e sappiamo che prima o poi tutte le crisi vengono superate.
Ma allora quali sono i comportamenti da adottare in un contesto nuovo e totalmente diverso?
In questo momento storico sono i nostri atteggiamenti che faranno il risultato dell’investimento non il market timing e, se non sono cambiate le esigenze e l’arco temporale, allora il risultato finale lo faranno come sempre i nostri comportamenti, nel rispetto di alcune regole fondamentali.
Innanzitutto è importante diversificare gli investimenti per settori e in tutte le aree geografiche del mondo: agganciarsi all’economia mondiale offre l’opportunità di crescere sempre (vedi andamento del MSCI World nel corso dei decenni).
Superfluo ricordare quanto sia importante in questa fase utilizzare strumenti di risparmio gestito assieme alle competenze dei professionisti del settore.
Rimanere sempre investiti: il tempo è un fattore incrementale di sicurezza e di rendimento. Anche chi è entrato nei momenti peggiori puo’ ottenere un premio se resta investito.
Per fare un esempio: dall’ultima crisi del 2008 chi ha investito nel periodo meno fortunato e cioè nell’ottobre del 2007 ha subito una perdita di circa il 50% nei 18 mesi successivi che si è trasformata in un guadagno del 60% sul capitale investito nei 9 anni successivi.
Dai valori minimi il mercato mondiale si è incrementato del 160%. Quel momento drammatico era in realtà la grande occasione per tutti i risparmiatori: chi avesse avuto la capacità di mettere da parte l’emotività avrebbe più che triplicato l’investimento.
Non avendo la presunzione di sapere quali saranno i minimi del mercato è poi importante adottare dei comportamenti virtuosi mettendo da parte l’emotività e ragionare sull’opportunità che si viene a creare attraverso ad esempio degli acquisti programmati o a tranche sui mercati finanziari.
Le dinamiche di cui sopra causano un’estrema volatilità sui mercati, rendono molto difficile il market timing e favoriscono la metodologia del piano di accumulo. Alcuni dei più grandi rimbalzi dei mercati avvengono sulla scia delle principali discese: se perdo i giorni migliori avrò delle pesanti ripercussioni sulla performance di lungo periodo e mi vedrò costretto ad allungare ulteriormente il mio orizzonte temporale.
E’ chiaro che oggi stiamo vivendo una situazione assolutamente unica! Siamo raggiunti da toni allarmanti sulla situazione sanitaria e dei mercati e tutto questo genera una profonda preoccupazione che tocca in maniera forte sia il tema della salute che quello del risparmio. Oltretutto il senso di solitudine e fragilità a cui siamo sottoposti può farci fare degli errori clamorosi e diventare un amplificatore delle proprie emozioni.
In sintesi, lo sfasamento temporale del picco sanitario fra Cina, parte dell’Asia, Italia, resto dell’Unione europea e Stati Uniti rischia di posporre il ritorno alla ‘normalità’ e di provocare una fase di drastica caduta del PIL mondiale ma mai come ora l’adozione congiunta di misure di contenimento del virus assieme a un’unione monetaria e fiscale tra i diversi Paesi potrebbe cambiare velocemente questo stato di fragilità.
Questo articolo fa parte di una rubrica di Wall Street Italia dedicata ai consulenti finanziari che vogliono raccontare le loro esperienze e iniziative professionali. Se siete interessati a pubblicare una vostra storia scriveteci a: social.brown@triboo.it
L’autore è esclusivo responsabile del presente contributo, su cui non è eseguito alcun controllo editoriale da parte di Brown Editore S.r.l.. Il presente articolo non può costituire e non deve essere considerato in nessun caso una sollecitazione al pubblico risparmio o la promozione di alcuna forma di investimento, ne raccomandazioni personalizzate ai sensi del Testo Unico della Finanza