Dall’economia circolare al pensiero circolare

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di Massimo Donato, consulente finanziario

“Il più grande nemico della conoscenza non è l’ignoranza, è l’illusione della conoscenza”

Stephen Hawking, astrofisico e divulgatore scientifico britannico – Oxford, 8 gennaio 1942 – Cambridge, 14 marzo 2018

“Questa crisi non sarà come quelle precedenti”: è la frase più ricorrente che ogni attore del mercato finanziario si sente dire da qualunque risparmiatore, ogni qualvolta si innesta una tendenza ribassista per qualsiasi shock che ha come conseguenza un pessimismo disarmante.

Gli operatori qualificati da una parte dovrebbero essere abituati all’impatto emotivo e questa attitudine dovrebbe essere più consolidata al crescere dell’esperienza sul campo (quantomeno per effetto della frequenza ciclica degli eventi).

Per cui, prima di avviare un processo di comunicazione adeguato per trasmettere sicurezza e serenità (in particolar modo del metodo), dovrebbe essere gestita  – in maniera naturale – la propria attitudine, così da poter ribadire a se stessi quale sia la migliore strategia per non cadere in autonomia nel mare magnum delle incertezze rivenienti dal market timing e per non essere intrappolato, dalla propria stessa tela, dalla tempesta emotiva perfetta.

Perché tutti, nessuno escluso, vorremmo acquistare sui minimi e vendere sui massimi. Guarda caso questa capacità, fino a prova contraria, non è e non sarà una dote umana. Peraltro alla luce delle profonde concatenazioni sviluppatesi attorno alla globalizzazione, gli effetti domino scatenanti sono così rapidi che non è mai possibile prevedere con un certo anticipo quello che poi la nostra percezione registra a fatti avvenuti. Anche se il cervello vorrebbe farci comprendere che prevedere era possibile.

È noto poi che gli effetti devastanti provocati dal dolore di una perdita in conto capitale abbiano un peso schiacciante in ogni essere umano, perfino negli addetti ai lavori.

Quindi per allenarsi alla resistenza al dolore, è necessario fare attività preventiva quando tutto è tranquillo. Cercare di rimediare durante gli effetti shock della crisi, non è solo un’impresa ardua, ma certamente impossibile.

D’altra parte l’economia, vista nella “pura” accezione speculativa, è di difficile controllo, quando si insegue la performance e meglio ancora quando si vorrebbe fare scalping indovinando i picchi ora in un verso e ora in quello opposto. Possiamo girarci intorno, alla fine l’effetto è sempre lo stesso: le emozioni andrebbero domate, si preferisce affermarlo col condizionale principalmente per addolcire la necessità di ricercare una strategia rigida e priva di reazioni nervose. La paura, è di facile condivisione, è legittima nell’uomo, è un fenomeno naturale che fa parte di ogni esistenza, eppure esistono due grandi macro-categorie che suscitano due effetti completamenti agli antipodi: c’è una paura che devasta a tal punto che nel più delle volte immobilizza, ma tante volte riesce a far compiere azioni di cui ci si pente a posteriori. C’è poi una paura diversa, quella che inizialmente provoca una riflessione, che innesca una necessaria ricerca di una forma di difesa, e comandata dalla ragione, porta a compiere azioni contro-corrente, che qualcuno giudica coraggiose, invece sono solo esplorative, per un’accesa curiosità e per una spiccata razionalità.

Siamo a un bivio, che una volta accaduto, sia che siamo andati da una parte e sia che siamo andati dall’altra, è più agevole concepire a mente fredda cosa abbia generato effetti positivi e quale abbia provocato un danno a catena.

Anche in questi episodi estremi sotto-osservazione, c’è un supplemento di rischio nascosto. C’è chi potrebbe essere immediatamente folgorato da una eccessiva sicurezza e nonostante abbia fatto la scelta giusta, affonda con le proprie intenzioni per un prepotente egocentrismo.

C’è chi altrimenti invece dominato dalle emozioni, perde definitivamente ogni forma di spirito attivo e comincia ad oltranza a piangere sul latte versato.

Se non fosse chiaro, è nella bocca di tutti la volontà di voler investire. In realtà sono davvero pochi quelli che dapprima comprendono il valore dell’investimento, senza il quale, si rischia fortemente di abbagliarsi scambiando una banalissima scommessa, magari con l’aggravante di forme di concentrazione, e convinti di praticarlo – senza alcuna attenzione e con una presunta percezione alterata – costruiscono fragili sogni che presto divengono drammi e incubi.

C’è peggio di un’auto senza controllo? Ecco le immagini forti, perfino distanti dalla dinamica esplorata, sono quelle che dovrebbero più facilmente colpire la sensibilità che fungerà da controllo e sono una delle possibilità per cercare di resistere e/o allenarsi. Chiunque non legga con convinzione queste parole, continuerà a sbagliare dando una eccessiva importanza a fantastiche illusioni. E sapete dove si arriva immediatamente, giusto da dove avevamo cominciato (loop di pensiero): “Questa crisi non sarà come quelle precedenti”.