Articolo di Francesco Milazzo, consulente finanziario di Agrigento
Questo è l’anno della tecnologia! Anzi no, i mercati hanno corso molto, meglio mettersi al sicuro comprando oro! Forse meglio comprare obbligazioni così prendiamo le cedole e siamo al sicuro! Attenzione, le obbligazioni però hanno rendimenti negativi!
Queste sono tendenzialmente le perplessità che attanagliano i piccoli investitori e nonostante le informazioni dipanate mediante vari mezzi divulgativi, ignari risparmiatori si trovano ancora a domandarsi non solo con quali prodotti effettuare questo o quell’investimento, quali prodotti assicurativi o strumenti della banca siano “migliori” ma anche dove effettivamente investire gli strumenti scelti, addentrandosi nella vera e propria allocazione dell’investimento.
Come si costruisce un portafoglio?
Il principio base per una corretta costruzione del portafoglio di investimento è la DIVERSIFICAZIONE.
Come abbiamo visto in apertura, in qualsiasi condizione di mercato ci troviamo, avremo sempre dei dubbi su dove sia più corretto investire (e di opinioni a riguardo ne troveremo sempre delle più disparate, anche contrastanti tra di loro) così come è normale che sia, perché nessuno sa in quale direzione andrà un determinato mercato nel prossimo futuro.
Proprio per questo motivo, dobbiamo “munirci” di prodotti che ci permettano di diversificare il nostro portafoglio di investimento, in base a diversi fattori, quali:
- la tipologia degli strumenti all’interno: possiamo trovare azioni, obbligazioni oppure anche esposizione su cambi valutari;
- la natura di chi emette quello strumento: per esempio, un ente governativo oppure un’azienda privata;
- i diversi settori dove operano le diverse aziende; come per esempio il settore bancario, le industrie, l’energia, la tecnologia ecc;
- dove queste aziende sono localizzate; avremo aziende con sede in Usa, Europa, mercati emergenti e così via;
- una diversificazione in base alla valuta in cui questi strumenti sono quotati.
Il ruolo e la bravura di un consulente finanziario risiede appunto nel trovare la giusta combinazione – asset allocation – in base alle diverse esigenze di ogni singolo clienti.
Prima di poter consigliare un investimento un consulente finanziario deve conoscere, e spesso interpretare, quali sono gli obiettivi che il cliente vuole raggiungere. Tra gli aspetti chiave da conoscere, troviamo:
- La condizione familiare del cliente;
- Il livello di rischio, definito come la tolleranza del cliente nel subire perdite anche momentanee, la cosiddetta volatilità;
- L’orizzonte temporale, cioè dopo quanto tempo il cliente intende terminare l’investimento;
- La conoscenza che il cliente ha rispetto alle varie tipologie di investimento.
Questa tipologia di analisi, deve essere fatta non solo per ogni cliente ma anche per ogni sua singola necessità.
Con estrema semplificazione, troveremo portafogli con una maggiore esposizione nella componente azionaria qualora il cliente abbia una buona conoscenza della materia, una tolleranza al rischio elevata e un orizzonte temporale di lungo termine.
Man mano che questi fattori vanno riducendosi diminuirà la percentuale di esposizione azionaria, nel portafoglio costruito per lo specifico obiettivo del cliente, a favore di maggiori investimenti sulla parte obbligazionaria e monetaria.
Proprio per questo motivo è impossibile rispondere alla domanda che ogni consulente finanziario si sente rivolgere ogni giorno:
Cosa c’è di buono?
L’unica risposta possibile è: DIPENDE!
Dipende al 99% proprio dalla stessa persona che fa la domanda!
Come abbiamo appunto visto in precedenza non esistono prodotti buoni o meno in senso assoluto, esistono prodotti che combinati tra loro possono soddisfare le esigenze e aspettative di ciascun cliente.
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