Educazione Finanziaria: italiani bocciati

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Se l’educazione finanziaria fosse una materia da studiare a scuola, gli italiani non spiccherebbero di certo per competenze. Basti pensare che l’ennesima indagine sull’alfabetizzazione finanziaria condotta dalla Banca d’Italia nei primi 2 mesi del 2020, ha nuovamente e tristemente fatto emergere la scarsa cultura in materia di finanza.

Secondo questa indagine, a cui hanno partecipato 26 paesi, di cui 12 facenti parte dell OCSE, gli Italiani si collocano agli ultimi posti tra i paesi coinvolti. Rispetto al precedente sondaggio nel 2017, vi è un lieve miglioramento per quanto riguarda le nozioni di base ma non nei comportamenti messi in atto che tradotto significa “predicare bene e razzolare male”

In un tempo dove il Covid 19 ha stravolto la vita di tutti, demolendo certezze e mettendo in discussione in alcune famiglie la stabilità economica, l’inadeguata competenza ad affrontare le nuove sfide del presente ha sollevato ancor di più il problema.

 

Ma cosa è nello specifico questa tanto sconosciuta Educazione Finanziaria?

Secondo la definizione dell’OCSE è

il processo attraverso il quale i consumatori, i risparmiatori e gli investitori migliorano le loro capacità di comprensione dei prodotti finanziari e dei concetti che ne sono alla base e attraverso istruzioni, informazioni, consigli sviluppano attitudini e conoscenze atte a comprendere i rischi e le opportunità di fare scelte informate, dove ricevere supporto o aiuto, per realizzare tali scelte e per le azioni da intraprendere per migliorare il proprio stato e il livello di protezione.

In altri termini, è quel processo che attribuisce al denaro una finalità ossia “dare un nome ai soldi”. Una buona situazione economica si basa su solide fondamenta, fatte di conoscenza e attuazione di comportamenti adeguati a poter affrontare al meglio il presente e pianificare con attenzione il futuro. Avere disponibilità economiche ma non sapere mette in atto una buona pianificazione finanziaria è come dare un’auto a qualcuno che non abbia ancora la patente. Ecco quindi, che l’educazione finanziaria diventa di fondamentale importanza nello scenario attuale e futuro.

Ma torniamo alla “storica” ignoranza finanziaria degli italiani e vediamo qual è il profilo dell’investitore medio:

  • Ha bassa cultura finanziaria
  • Mostra bias comportamentali
  • Ha una bassa propensione ad affidarsi ad un professionista del settore, preferendo consigli di amici e parenti
  • Poca disponibilità a pagare il servizio di consulenza
  • Partecipa poco ai mercati finanziari

In più molto frequentemente, si verifica il fenomeno dell’inconsapevolezza della propria incompetenza, per cui ci si crede all’altezza di affrontare determinate scelte e formulare improbabili teorie, come se alle spalle ci fossero anni di studi ed esami di abilitazioni alla professione.

Da professionista del settore mi sento di dire che gli anni di studio, gli esami di abilitazione all’esercizio della professione e i continui aggiornamenti, dovrebbero costituire una garanzia per coloro i quali desiderano affidarsi ai consigli di un esperto del settore.

Da autore del libro “Gestisci i tuoi risparmi” manuale pratico di pianificazione finanziaria, consiglio la lettura del testo, dal linguaggio semplice e chiaro, che consente un approccio graduale ad una materia complessa ma per cui bisogna correre ai ripari per scrollarsi di dosso questa maglia nera.

 

 

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