Educazione finanziaria: come scoprire qual è il vero prezzo dei desideri

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Articolo di Marco del Prete, Private Wealth Advisor di Roma

Ottobre è il mese dedicato all’educazione finanziaria, un tema che sta diventando sempre più importante per i risparmiatori e i consulenti. Tutti siamo chiamati infatti a prendere decisioni che riguardano la sfera finanziaria, per esaudire i nostri desideri nell’immediato e pianificare la soddisfazione dei nostri bisogni futuri: per questo è fondamentale possedere una conoscenza adeguata della materia finanziaria.

SCEGLIERE DOVE E COME INVESTIRE

L’educazione finanziaria può diventare uno strumento per rendere concrete le nostre idee in materia etica e politica. Quando decidiamo di investire, oggi più che mai è importante scegliere dove e come farlo, per essere certi che i nostri soldi vadano a supportare aziende o progetti in linea con le nostre convinzioni. Avendo studiato e vissuto in Finlandia, Paese da sempre molto attento al sociale e all’ambiente, ho iniziato ad affrontare questi argomenti da tempo, trovando conferma del fatto che è fondamentale per tutti avere un’educazione finanziaria adeguata, che deve partire fin dalla più tenera età.

ALFABETIZZAZIONE FINANZIARIA: A CHE PUNTO SIAMO?

L’Italia è purtroppo molto indietro su questo fronte: secondo l’ultima indagine della Banca d’Italia, nel 2020 il nostro Paese si è attestato al venticinquesimo posto su 26 per il livello di alfabetizzazione finanziaria della popolazione. In Italia l’educazione finanziaria è più elevata tra le persone di età compresa tra i 35 e i 44 anni e tra i laureati, mentre è bassa tra gli under 35, probabilmente perché i giovani lasciano tardi la famiglia di origine. Gli uomini possiedono un livello di alfabetizzazione finanziaria superiore rispetto alle donne, così come i residenti nelle regioni centrosettentrionali rispetto a chi abita al Sud. 

Sulla base delle conoscenze finanziarie, l’indagine di Bankitalia ha classificato gli italiani in quattro categorie:
– gli esclusi, pari al 21% della popolazione, la cui frequenza è maggiore nel Sud e nelle Isole, fra coloro che hanno più di 65 anni e coloro che non sono diplomati;
– gli incompetenti (30%), una condizione diffusa nella fascia di età vicina al pensionamento (55-64 anni), fra i pensionati e fra coloro con un basso livello di istruzione;
– i competenti (32%), soprattutto diplomati, lavoratori autonomi e persone di età inferiore ai 45 anni;
– gli esperti (17%), la cui frequenza aumenta fra i maschi e i laureati, e rappresentano ovviamente la maggior parte di coloro che hanno acquistato prodotti finanziari negli ultimi 12 mesi.

IL RISCHIO DI CADERE VITTIME DI TRUFFE

Da questa fotografia emerge che più della metà della popolazione italiana possiede scarsissime conoscenze finanziarie, e si espone quindi al rischio di cadere vittima di truffe e raggiri. Gli esempi presi dalle cronache recenti sono moltissimi: dalla storia di Gianfranco Lande, il cosiddetto “Madoff dei Parioli” che fino al 2011 avrebbe ingannato un migliaio di risparmiatori, quasi tutti clienti benestanti della “Roma bene”, sottraendo loro oltre 170 milioni di euro, fino a quella del sedicente consulente finanziario Massimo Bochicchio, accusato di aver truffato, tra gli altri, l’ex allenatore dell’Inter Antonio Conte per circa 30,6 milioni. Andando ancora più indietro nel tempo ricordiamo poi le truffe subite dai risparmiatori che avevano sottoscritto le obbligazioni di Parmalat o i bond sovrani argentini.

L’IMPORTANZA DELLA SENSIBILIZZAZIONE

Storie che descrivono una situazione dalla quale si può uscire solo sensibilizzando le persone e cercando di avvicinarle ai temi finanziari da differenti prospettive. E questo deve essere un impegno anche per chi pratica come me la professione di consulente. Migliorando il livello delle conoscenze sul tema è possibile, ad esempio, far sì che i clienti si rendano conto che nel mondo attuale gli investimenti non possono prescindere dalla sostenibilità.

IL CONSULENTE DEVE SPIEGARE AL CLIENTE LE CONSEGUENZE DELLE SUE SCELTE

Stimolare nel cliente la conoscenza di argomenti come l’economia circolare, i consumi consapevoli, la salvaguardia dell’ambiente deve rientrare tra i compiti del consulente. Gli assistiti devono conoscere le ricadute delle loro decisioni, che possono essere svariate: ad esempio, secondo un recente studio grazie al bonus biciclette sono state acquistate più di 2 milioni di due ruote, con vantaggi per l’ambiente ma anche per la sanità. Le persone si muovono di più, usano meno l’auto e i costi per il contribuente sono minori. Lo stesso vale per l’aumento della consapevolezza su cosa mettere a tavola, e sull’importanza di scegliere cibi freschi, di stagione, a km zero. Da questi esempi è chiaro che il percorso di educazione finanziaria non si deve limitare a far sì che il cliente sia informato sugli aspetti tecnici degli investimenti, ma deve servire a fargli comprendere bene le conseguenze delle sue scelte a più ampio raggio.

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