Eredità digitale: come gestire la “successione digitale”?

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Articolo di Paola Benedetti, consulente finanziario di Firenze

“Ricordati che devi morire!” recita una in una battuta cult Troisi; e aggiungo: “..e prima di quel giorno è bene ricordarsi di fare il testamento, olografo,  pubblico, segreto e così via”. 

Il momento che stiamo vivendo sarà sicuramente di insegnamento e di risveglio per chi ad oggi non ha mai  pensato o voluto pensare alla stesura di un testamento e, considerando la velocità e la ferocità con cui  questa pandemia ha travolto tutti noi, deve farci pensare molto bene. Con la stessa velocità ci ha catapultati avanti almeno di 10 anni nell’utilizzo del web! Il Web detiene tanti dati per noi importanti che abbiamo protetto con “password”. 

Si è creata così “un’identità digitale” rappresentata dall’insieme delle informazioni che, all’interno di un  sistema informatico, si riferiscono ad una specifica persona; per essere precisi possiamo dire che ognuno di noi è dotato di tante identità digitali, basta pensare ai diversi account social. 

Benvenuti nell’era dell’Eredità Digitale

Oggi pertanto è importante  parlare di eredità digitale e delle nuove sfide in termini di diritto ereditario. L’Eredità digitale è cosa assai complicata poiché molti sono i fattori da tenere presenti. Prova a pensare semplicemente alla password per lo sblocco del cellulare: lettere, numeri, dito, occhi, e se i tuoi eredi volessero recuperare anche SOLO le foto scattate?

Cosa si intende per eredità digitale 

Occorre fare una distinzione tra beni digitali aventi valore patrimoniale (criptovalute, fotografie elaborate da un fotografo professionista, progetti di un architetto, opere letterarie, disegni di invenzioni per possibile  brevetto, film, musica, programmi per elaboratore) e beni digitali personali o non aventi natura patrimoniale (fotografie e filmati di famiglia, scritti personali, conversazioni sui social network). 

Avere un’identità digitale lascia molte tracce.

Facciamo qualche esempio concreto. l’utilizzo sempre più in espansione, è il salvataggio dei dati su internet attraverso servizi come icloud, qualora la persona utilizzasse Internet per lavoro come per esempio il canale  YouTube, che crea regolarmente introiti pubblicitari, devono essere regolate, i profili Instagram di rilevante  importanza presentano lo stesso problema.

Teniamo presente che anche chi non guadagna attraverso l’uso dei social può comunque avere degli  “interessi” importanti su internet, parlo in questo caso di conti espressi in criptovalute e/o crediti PayPal come anche delle proprietà di gaming (giochi) virtuali che hanno valori monetari rilevanti. 

Nel 2009 un utente del gioco”Entropia universe” ha speso 250.000 euro per l’acquisto di una stazione  spaziale virtuale. 

L’ordinamento giuridico italiano attualmente non prevede alcuno strumento specifico per il trasferimento  mortis causa del patrimonio digitale; non fanno eccezione gli altri paesi dell’unione europea. 

In questo particolare momento dove tutto il sistema digitale ha avuto una tsunamica accellerazione il  diritto è chiamato a chiarire aspetti fondamentali in relazione all’identità digitale.

Identità digitale ed eredità digitale: tutela dei dati personali

Visto il vuoto normativo i vari provider (yahoo, facebook, google) hanno adottato politiche d’uso  differenti. 

-Yahoo per esempio stabilisce la non trasferibilità dell’account e non permette ai familiari l’accesso alla  casella di posta dell’utente. 

Si può richiedere soltanto la chiusura dell’account da parte dell’esecutore testamentario nominato dal  deceduto e purché sia in possesso del Id Yahoo e quindi occorre comunque “delegare” qualcuno

-Facebook offre la possibilità, attraverso una “pianificazione successoria” informatica, di prestabilire che  l’account venga eliminato in caso di decesso, o di nominare un “account erede” che potrà gestire l’account  commemorativo, o di far eliminare definitivamente l’account. 

Google invece offre ai propri utenti la possibilità di gestire direttamente la propria eredità digitale tramite  una funzione specifica attraverso la quale a seguito di una prolungata inattività dell’account verrà inviata  una email, contenente una serie di dati che il de-cuius avrà deciso di condividere, al contatto “di fiducia  scelto” 

iCloud al momento della sottoscrizione l’utente accetta “termini e condizioni” e conseguentemente accetta  che ”qualsiasi diritto verso il vostro Apple id o contenuto nell’account si estingue con la vostra morte”. 

Il 22 giugno di questo anno – secondo quanto scritto dall’ANSA – la Apple con il nuovo IOS 15 prevede la possibilità del testamento digitale, ovvero si potranno designare eredi per l’accesso ai dati dopo la morte. 

I beni digitali a più interessanti contenuto patrimoniale sono le criptovalute, cioè monete virtuali  utilizzabili per investimento (Bitcoin, Ethereum, Ripple, Stellar, Litecoin). Le operazioni possono essere effettuate solo con l’ausilio di strumenti tecnologici ovvero attraverso la blockchain. 

Da un punto di vista successorio nessun problema, saranno gli eredi del de-cuius a poter accederea tali  disponibilità; il DILEMMA sarà entrare nel POSSESSO del patrimonio, trattandosi di tecnologia, gli eredi  avranno la necessità di conoscere la chiave di accesso del portafoglio virtuale! 

Qualora il deceduto avesse utilizzato un Hardware wallet, oltre alla difficoltà di reperimento dell’hardware  sarà necessario recuperare anche la password di accesso alla chiave privata. 

A titolo di esempio: nel 2019 è deceduto il fondatore di una delle più importanti piattaforme di crypto exchange, il risultato è che ad oggi sono congelati 190 milioni di dollari poiché il fondatore aveva previsto il  controllo esclusivo delle transazioni effettuate dal proprio dispositivo portatile, prevedendo all’interno  diversi gradi di crittografia. 

Gli strumenti giuridici più “adattabili” al passaggio generazionale dei beni digitali

1) Testamento 

2) Mandato Post Mortem Exequendum 

3) Legato di Password 

4) L’esecutore testamentario 

Per chi è arrivato a leggere fino a qui vorrei sottolineare che questo articolo è scritto con l’intento di portare  le persone a porre l’attenzione sulla necessità di una pianificazione successoria e nello specifico quella  digitale. Se vuoi scambiare idee pensieri riflessioni, o volessi delucidazioni su questo tema o su altro, sono a  disposizione. 

 

Questo articolo fa parte di una rubrica di Wall Street Italia dedicata ai consulenti finanziari che vogliono raccontare le loro esperienze e iniziative professionali. Se siete interessati a pubblicare una vostra storia scriveteci a: social.tfinance@triboo.it


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