Articolo di Luca Marchegiani, consulente finanziario di Pescara
In questo periodo di così grande paura e confusione dettata dall’emergenza di una pandemia in corso che ha attanagliato il mondo intero, uno dei dubbi più diffusi è legato alla sicurezza dei propri risparmi, soprattutto sentendo continuamente notizie molto allarmanti a livello economico accompagnate da mercati finanziari che stanno facendo registrare delle performance piuttosto negative.
In generale il sistema bancario italiano grazie all’ultima grande crisi del 2007 innescata dai mutui sub prime americani, è sicuramente molto più solido rispetto al passato; per fortuna le crisi hanno anche dei risvolti positivi, cosi come anche l’approccio delle Banche Centrali di tutto il mondo, che dopo aver fatto esperienza ed aver capito i tanti errori commessi, oggi sono molto più pronte ed organizzate a rispondere in maniera efficace con misure monetarie ad hoc.
E’ il momento di investire?
In questo clima di forte incertezza sul domani, gli italiani preferiscono di gran lunga lasciare grandi porzioni di liquidità sui conti correnti che ad oggi ammontano a circa 1.400 miliardi di euro, è pur vero pero’ detenere una eccessiva liquidità rispetto al portafoglio personale complessivo non rappresenta la scelta migliore per diversi fattori:
- Rischio della Banca depositaria
- Inflazione che erode il potere di acquisto
- La non presenza sui mercati finanziari preclude la partecipazione alla crescita del mondo, necessaria per mantenere lo stesso tenore di vita anche in un futuro più lontano
Le persone investono il proprio denaro perché sono mosse sostanzialmente da due desideri innati, il bisogno di sicurezza finanziaria e il desiderio di prosperità.
Sebbene possa sembrare facile, raggiungere il corretto equilibrio è piuttosto complesso. Immaginiamo il portafoglio personale come una sorta di piramide, dove alla base è preferibile inserire tutto ciò che rientra nella voce “sicurezza” dobbiamo cioè avere certezze che ci proteggono dagli eventi inaspettati o da situazioni difficili come quella che stiamo vivendo oggi, via via salendo, i blocchi superiori saranno destinati ad investimenti con porzioni di rischio maggiore, sempre pesati a seconda dell’obbiettivo che ci siamo prefissati di raggiungere.
Va altresì considerato che “l’incertezza sui rendimenti attesi può essere ridotta ma non completamente azzerata” come ci insegna l’esperto di matematica e finanza Nassim Taleb.
Conti correnti e depositi bancari
Se i vostri soldi sono attualmente su un conto corrente o su un deposito vincolato fino ad una certa data in cambio di un piccolo interesse, il vostro rischio è veramente basso o per lo meno agganciato alla solidità della Banca stessa, pertanto, se la Banca in questione dovesse avere dei problemi di patrimonialità e quindi rischiare un fallimento, i vostri capitali sarebbero garantiti dal Fondo interbancario di tutela dei depositi, fino a 100 mila euro per ogni intestatario e conto corrente.
Quindi se – ad esempio – avete un conto corrente con 150.000,00 euro depositati, prestate attenzione perché 50.000,00 euro sarebbero potenzialmente a rischio “Bail-in”, mentre se la stessa cifra si trova su un conto cointestato con un altro individuo, allora state tranquilli perché la copertura arriverebbe fino a 200 mila euro.
Se invece un unico intestatario ha due conti presso la stessa Banca, attenzione, la garanzia alla soglia dei 100mila è unica.
Prima di passare oltre ci tengo a specificare che se detenete nel vostro portafoglio investimenti in titoli azionari, obbligazionari, fondi comuni, etf e certificati, a meno che non siano stati emessi dalla vostra Banca, l’eventuale fallimento della stessa non implica nessun tipo di coinvolgimento, perché la Banca si impegna esclusivamente a custodire ed amministrare i titoli e gli strumenti finanziari.
Titoli obbligazionari e Titoli di Stato
Se avete in portafoglio titoli obbligazionari tipo Titoli di Stato italiani, sicuramente il loro valore attuale è inferiore rispetto a qualche mese fa; è ovviamente uno strumento agganciato al mercato e quindi soggetto alle naturali oscillazioni, il rimborso di questi titoli e quindi la loro sicurezza va valutata a seconda della solidità dell’emittente, cioè, dello Stato italiano. Nel caso appunto dei Titoli di Stato o degli altri emittenti se avete acquistato obbligazioni di Banche o di altre società (tipo Enel, Eni, Leonardo ecc.), a meno che non ci sia un default dell’emittente, a scadenza il titolo verrà regolarmente rimborsato. Occhio ai titoli subordinati che a fronte di un interesse maggiore, non godono delle stesse garanzie e sono pertanto molto più rischiosi.
Titoli azionari
Investire in titoli azionari di singole società vi espone ad un elevato rischio perché sostanzialmente avete deciso di partecipare in toto all’andamento della società emittente, acquistandone una piccola quota di capitale.
Qui ci sono 2 variabili da tenere presenti:
- una è legata alla solidità della società detenuta (non dimentichiamo che in caso di fallimento gli azionisti sono coloro che eventualmente percepiranno per ultimi un eventuale risarcimento dopo aver liquidato gli obbligazionisti);
- la seconda è quella di essere esposti completamente alle oscillazioni dei mercati o comunque agli eventi riguardanti la società stessa, ad esempio potrebbe succedere che con mercati in fase rialzista alcuni titoli potrebbero registrare ugualmente risultati molto negativi magari per un risultato economico insoddisfacente o per indiscrezioni sull’amministrazione della stessa e cosi via, ritrovandovi coinvolti involontariamente.
Fondi comuni d’investimento o ETF
Che siano essi azionari, obbligazionari o bilanciati vi offrono sicuramente una maggiore diversificazione rispetto al detenere un singolo titolo e tendenzialmente un rischio più contenuto perché i vostri capitali sono investiti su un paniere di numerosi titoli ed emittenti. Ad esempio un fondo che investe sull’indice azionario mondiale come l’MSCI World Index vi offre la possibilità di investire su 23 paesi diversi e circa 1.600 titoli diversi, capite bene che una tale diversificazione diminuisce il potenziale rischio perché anche nel caso in cui dovesse fallire un emittente il riflesso sul vostro portafoglio sarebbe veramente infinitesimale.
Per contro va anche detto che se detenete un fondo che investe su un singolo settore come l’energia o le materie prime o un singolo paese come ad esempio il Brasile, data la maggiore concentrazione, se quest’ultimo così come i settori citati dovessero avere dei problemi, il fondo di conseguenza ne potrebbe risentire negativamente.
In conclusione giusto per darvi qualche dato concreto sul quale ragionare soprattutto in questa fase di elevata volatilità ed incertezza, i mercati finanziari nel lungo termine hanno sempre restituito rendimenti più che soddisfacenti agli investitori disciplinati.
Dal grafico successivo potete facilmente constatare il reale apprezzamento che ha avuto 1$ investito nelle varie asset class negli ultimi 200 anni circa.
Figura 1 U.S.Dollar (liquidità in USD), Gold Bullion (Oro), Treasury Bills (titoli di stato USA), Bond (Obbligazioni), Stocks (azioni)