Articolo di Andrea Preti, consulente finanziario di Alessandria
La “sostenibilità ambientale” è certamente uno dei temi più trattati dai media negli ultimi mesi: non c’è giustamente giorno in cui non si senta o si legga di cambiamenti climatici che stanno sconvolgendo la terra attraverso violente manifestazioni atmosferiche che arrecano gravi danni all’umanità.
Le conseguenze di tutto questo sono di diverso tipo:
- Ambientali, come detto, con eventi atmosferici che possono sconvolgere la vita dell’uomo, condizionandola pesantemente, fino a rischiare di cambiarla in modo irreversibile.
- Economiche, per via dei costi che si devono sopportare per far fronte ai danni causati dai cambiamenti climatici, e per gli oneri che aziende e famiglie devono sopportare per cambiare rotta e intraprendere un cammino verso comportamenti più green.
- Politiche, in quanto a livello planetario sono in corso iniziative rivolte alla sostenibilità ambientale, con accordi e convenzioni internazionali che coinvolgono la quasi totalità dei governi dei paesi più importanti in un nuovo impegno ecologico.
Senza dimenticare gli ingenti investimenti di prossima attuazione per sostenere la transizione verde, finanziati da progetti come ad esempio quelli del “Piano di resistenza, resilienza e sviluppo” del nostro paese, e più in generale quelli del “Recovery Fund” europeo.
Oltre a tutto questo, risulta molto interessante approfondire quali possano essere i Risvolti Finanziari che ne derivano, e per fare questo dobbiamo interpretare al meglio il significato di SVILUPPO SOSTENIBILE.
La transizione verso un modello di sviluppo sostenibile
Nella storia lo sviluppo economico è stato inarrestabile, portando con sé tantissimi vantaggi per l’umanità, ma è innegabile che sia anche stato causa di pesanti effetti collaterali, tra i quali l’inquinamento e il conseguente surriscaldamento climatico che sta impattando pesantemente il nostro pianeta. Lo sviluppo è “sostenibile” quando riesce a soddisfare i bisogni dell’uomo senza compromettere la possibilità per le future generazioni di fare lo stesso, ed è in questo contesto che la finanza deve diventare “socialmente responsabile”.
L’industria del risparmio deve cimentarsi in un nuovo esercizio, arduo quanto virtuoso, deve cioè perseguire la ricerca del profitto nel rispetto dei valori sociali dell’uomo.
Cosa sono gli investimenti sostenibili? Si può guadagnare investendo nel “green”?
Tre sono le tematiche che dovrebbero essere tenute in considerazione quando si deve scegliere come impiegare il proprio risparmio:
- Rispetto per l’ambiente
- Rispetto per i temi di natura sociale (ad esempio i diritti umani, la sicurezza sul lavoro, la lotta alla corruzione, alla malavita e al terrorismo, allo sfruttamento del lavoro minorile, alla discriminazione razziale, religiosa, di sesso e di genere)
- La governance delle aziende, finalizzata al rispetto delle regole, e proattiva a coniugare il proprio benessere, cioè il profitto, con quello dell’ambiente sociale in cui opera: aziende che devono rappresentare un patrimonio prezioso per la società.
Questi tre temi sono riassunti dall’acronimo ESG, di cui molti si sente parlare.
Perseguire questi obiettivi può risultare oneroso nel breve periodo, in quanto tutti i cambiamenti comportano un costo, ma a lungo termine contribuiscono innegabilmente a rendere il sistema economico molto più sostenibile, con evidenti ricadute positive sulle aziende che si adeguano al nuovo corso, che diventano anch’esse più sicure e più competitive.
Le conseguenze finanziarie appaiono evidenti: il fatto che un’azienda sia più sostenibile e sicura, migliora il giudizio che verrà ad essa attribuito dal sistema bancario, e per questo pagherà un interesse inferiore per finanziarsi con un conseguente impatto positivo sui suoi profitti. Va da sé che anche chi investe il proprio risparmio, valuterà quindi più appetibile questa azienda rispetto a quelle che non si sono adeguate ai nuovi standard.
Perché la finanza scommette sulle aziende “sostenibili”
Per un’azienda, abbracciare le tematiche ESG, non ha pertanto solo un senso etico, ma risulta essere un vero affare in termini di profitto, e pare che molte siano le imprese che abbiano compreso questa opportunità, visti i pesanti investimenti tecnologici che stanno si stanno facendo per questo scopo. Bisogna poi considerare che a queste aziende sono rivolte molte iniziative politiche a sostegno del cambiamento. Molti governi contribuiscono infatti a questi progetti attraverso finanziamenti agevolati, decontribuzioni, detrazioni fiscali e anche con erogazioni a fondo perduto. Vantaggi preclusi alle aziende insensibili a queste tematiche.
Questi vantaggi ricadono ovviamente anche sui risparmiatori, che hanno la possibilità di trarre profitto dalla situazione nella scelta dei propri investimenti: investire in aziende solide e con maggiori utili, può rappresentare nel tempo un vantaggio evidente. Le case di investimento hanno certamente compreso l’importanza di prestare la dovuta attenzione all’argomento, e hanno modificato la politica di gestione di molti strumenti finanziari, oltre che a promuoverne di nuovi, creato ad hoc.
Ignorare questo movimento inarrestabile, può mettere aziende e risparmiatori ai margini del mercato.
Difficile perciò relegare questa nuova onda verde a pura moda del momento: le opportunità che ne possono derivare appaiono molto interessanti, e i risparmiatori, come l’industria del risparmio e la consulenza finanziaria, hanno il dovere di tenere l’argomento nella dovuta considerazione.
Questo articolo fa parte di una rubrica di Wall Street Italia dedicata ai consulenti finanziari che vogliono raccontare le loro esperienze e iniziative professionali. Se siete interessati a pubblicare una vostra storia scriveteci a: social.tfinance@triboo.it
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