di Katia Moretto, consulente finanziario di Oderzo
Mi occupo di consulenza finanziaria da più di 20 anni e mai come in questi ultimi tempi penso e ripenso all’importante ruolo e alla sensibilità che il consulente finanziario deve avere nella gestione del patrimonio del cliente.
Viviamo un’epoca di profonda trasformazione e mi riferisco a temi quali la famiglia in piena metamorfosi, l’invecchiamento della popolazione e dunque alla necessità di una adeguata assistenza agli anziani, alla digitalizzazione e all’effetto sui processi produttivi, al passaggio generazionale che le aziende si troveranno ad affrontare nei prossimi anni e ai problemi che si potrebbero generare qualora questo non venga adeguatamente pianificato.
Questi solo per citarne alcuni, sono temi imprescindibili quando con i miei clienti parliamo del loro patrimonio. Un tema che non si confina solo alla parte relativa ai beni tangibili: mobili, terreni, immobili, partecipazioni, denaro…. ma si estende alla parte intangibile, che va coinvolta e per nulla trascurata, ovvero le persone che lo compongono.
“Passare il testimone” – La storia di un imprenditore
Proprio con Marco imprenditore settantenne padre di tre figlie, pochi giorni fa affrontavo il tema del passaggio generazionale.
Marco è il fondatore dell’azienda di famiglia, una società di persone, la sua azienda è la sua creatura ha investito la sua vita nel lavoro per far crescere la sua attività, che oggi è ben posizionata sul mercato. Marco è il fulcro della sua attività, decide, pianifica, interviene su tutti i processi dalla produzione, alla gestione del personale, alla vendita, alla contabilità.
Quando parliamo di pianificare il passaggio generazionale Marco è in evidente difficoltà, all’idea di passare il testimone, pur consapevole dell’importanza della questione, Marco rimanda.
In azienda il passaggio generazionale è un momento delicatissimo nel quale il fondatore cede “il passo” a nuove forze che si inseriscono nella gestione dell’impresa, e non si limita solo al passaggio di quote o incarichi, ma è un processo con il quale si trasferisce tutto il know how, le conoscenze, le competenze manageriali, con lo scopo preciso di garantire continuità aziendale e proseguire lo sviluppo dell’impresa.
Il tessuto imprenditoriale italiano è costituito prevalentemente da tante PMI come quella gestita con successo da Marco, aziende a gestione familiare dove esiste un fortissimo legame tra la famiglia e l’impresa e dove il tema è piuttosto dibattuto. Si stima che nei prossimi anni la ricchezza che passerà di mano da una generazione all’altra sarà circa il doppio del debito pubblico Italiano, il tema dunque del passaggio generazionale coinvolgerà molte delle nostre aziende oltre che privati. Dalle statistiche si legge che la cattiva o inesistente gestione della successione rappresenta una delle cause di mortalità dell’azienda, si parla circa del 10% dei fallimenti annui dovuti alla mancata pianificazione.
In tutto ciò gli imprenditori sono consapevoli di doverlo fare, ma solo una minima parte lo fa.
Gli ostacoli
Nella mia esperienza posso sicuramente dire che i motivi che ostacolano tale processo sono prettamente di carattere emotivo rappresentando delle vere e proprie barriere. Il tema del passaggio generazionale in azienda, è ancora più vero in questo momento storico in cui la digitalizzazione sta trasformando molti dei business tradizionali, apportando a prodotti, processi di produzione, di distribuzione e di organizzazione profondi cambiamenti.
In questo le nuove generazioni sono oggi più che mai delle grandi risorse, hanno nuove visioni, sono innovatori e creativi, in grado di muoversi in questo nuovo contesto. Anche la scelta del successore non è un tema facile, un tempo il padre lasciava al primogenito maschio l’eredità con buona pace del resto della famiglia, oggi non è così, e la scelta di quale figlio possa ricevere il testimone aziendale diventa un processo delicato, volto a preservare gli equilibri famigliari, nonché la crescita e lo sviluppo dell’impresa.
Marco ha tre figlie tutte attive in azienda, sarà importante valorizzare le capacità, le attitudini e le volontà di ognuna di loro.
Magda Pozzo, figlia del patron dell’Udinese, l’anno scorso a Milano, durante un convegno al femminile organizzato dall’ordine dei dottori commercialisti in tema di passaggio generazionale, ha affermato:
“Si è eredi per genetica, ma imprenditori per scelta e volontà di eccellere”
Niente di più veritiero!
Imprenditoria al femminile
Per le imprenditrici donne, mosse dal loro istinto materno, la cosa più importante è garantire la successione così, non solo cercano di preservare il patrimonio, ma scelgono subito tra i figli quelli più idonei ad assumere la guida dell’azienda, preservando l’armonia famigliare ed ereditaria.
L’imprenditrice a differenza dell’imprenditore ha un maggior senso pratico, una volta individuati i futuri condottieri li accoglie subito in azienda condividendo con loro una sorta di due diligence, mentre gli uomini di solito rimandano questa decisione per mantenere ben saldo il timone della loro impresa fino all’ultimo.
Marco è ben consapevole di tutto ciò, incontro dopo incontro sarà sempre più cosciente che sarà opportuno gestire per tempo e con metodo il passaggio generazionale della sua azienda, e ne riparleremo ogni qualvolta che valuteremo la sua situazione patrimoniale.
Pianificare significa mettere ordine e conciliare patrimonio, impresa, fiscalità e famiglia.
È importante infrangere le barriere emotive per permettere una sana pianificazione.
Organizzare e definire per tempo un passaggio generazionale non può che tradursi in valore per l’imprenditore che passa il testimone, per i futuri timonieri, per le famiglie e per le aziende stesse.
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