Paternità e professione: come essere un esempio positivo per i figli e per i clienti

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di Mariano Rocchi, consulente patrimoniale e group manager di Sanpaolo Invest

Per ogni uomo diventare padre significa accrescere il proprio senso di responsabilità: questa esperienza si può tradurre in elementi di riflessione da portare quotidianamente con sé, nei vari ambiti dell’esistenza, incluso quello professionale.

Essere un esempio positivo

Con la paternità si impara anzitutto il valore dell’esempio. Il genitore deve infatti essere d’esempio per i suoi figli e agire sempre per il loro bene, sia sostenendoli nelle loro iniziative, sia correggendoli quando necessario. Questo accade quando i figli adottano comportamenti che ritengono corretti, ma che per l’esperienza del genitore sono sbagliati. Il genitore a quel punto deve intervenire, dicendo dei “no” e motivando le ragioni della sua obiezione. E questo vale anche nel lavoro. Essere un esempio positivo vuol dire agire sempre per il bene dei clienti, o dei colleghi per chi svolge attività di coordinamento e ricopre un incarico manageriale.

Correggere il tiro

Questo vuol dire anche saper intervenire, cioè agire come guida: sostenere il cliente o il collega nei propri progetti, di vita o professionali, oppure aiutarlo a correggere il tiro in caso di bisogno, fornendo però anche delle argomentazioni. Se un cliente annuncia di voler modificare il proprio portafoglio senza una ragione legata al cambiamento di un suo progetto di vita, ma solo perché si è fatto condizionare da notizie negative sull’andamento dei mercati, il consulente ha il compito di ricondurlo alla razionalità e spiegargli le ragioni per cui la sua scelta è sbagliata, irrazionale e potrebbe causare perdite al patrimonio.

L’importanza della coerenza

Essere responsabili vuol dire anche dare l’esempio in prima persona, mantenendo nel tempo un comportamento tale per cui figli e clienti possano riconoscere nel genitore e nel consulente un modello positivo. Ci vuole coerenza: se il consulente spinge sull’importanza di investire nella sostenibilità e adottare comportamenti virtuosi, e poi nella vita quotidiana non fa la differenziata e non limita i consumi non necessari non può essere credibile. Il cliente, come il figlio, non si riconoscerà in quello che il professionista dice. Essere un esempio positivo significa anche agire coerentemente con quello che diciamo. Se con il cliente il consulente stabilisce una frequenza di incontri periodica, impostando il rapporto all’insegna della trasparenza, e poi non si presenta agli appuntamenti o non risponde al telefono non può essere credibile.

Dedicare la giusta quantità di tempo o attenzione

Crescere un figlio è un po’ come veder crescere nel tempo un cliente o un collega. Non bisogna solo essere esempi positivi: responsabilità vuol dire anche dedicare la giusta attenzione e quantità di tempo ai figli e ai clienti. La figura del consulente nasce proprio perché molti clienti non si sentono ascoltati, percepiscono di essere trattati come numeri dalle banche, mentre questa figura è l’emblema della personalizzazione dei servizi bancari. Così come vogliamo che i nostri figli crescano bene e assimilino nozioni corrette vale lo stesso per i clienti. Dobbiamo quindi dedicare tempo a entrambi, affinché si sentano individui e non numeri. Una gestione personalizzata non si fa in 10 minuti a settimana: bisogna ascoltare e monitorare nel tempo gli obiettivi del cliente e capire se devono essere modificati. Questo ad esempio può accadere se le esigenze e i progetti di vita del cliente cambiano, se le normative vengono aggiornate o le condizioni di mercato mutano.

Esigenze che cambiano

Un bambino che va all’asilo ha infatti determinate esigenze, un ragazzo che studia all’università ne ha altre. Lo stesso vale per il cliente: chi nell’arco di tre anni prevede di sostenere una spesa per ristrutturare casa può avere necessità di alcuni servizi molto semplici. Invece, se l’esigenza è la creazione di una previdenza complementare, o di un fondo per finanziare gli studi universitari di un figlio ancora piccolo, l’orizzonte è di lungo periodo e richiede una pianificazione diversa.

L’importanza della programmazione

Per essere genitori e consulenti attenti e dedicare la giusta quantità di tempo ai figli e ai clienti è necessaria un’ottima programmazione. Come tutti, il consulente ha un limite: la sua giornata dura 24 ore, quindi la buona gestione del tempo è essenziale. Dedicare attenzione ai clienti e ai figli è possibile solo se si riesce a organizzare bene il tempo. Bisogna saper programmare bene e riuscire anche a delegare, cercando intorno a noi persone di fiducia. In famiglia sono il coniuge e i nonni, mentre nel lavoro possono essere colleghi capaci che possono supportarci, svolgendo attività differenti sempre nell’interesse del cliente.

Una responsabilità per il futuro

La paternità sviluppa un senso di responsabilità molto diverso e questo porta a fare riflessioni che si riverberano in tutti gli aspetti della vita, dalla professione, allo sport alla socialità. Il professionista, come il padre per i figli, imposta il suo lavoro sapendo di essere responsabile del futuro dei suoi clienti e dei suoi colleghi.