Articolo di Lucio D’Auria, consulente patrimoniale
“Mi piego ma non mi spezzo” è un concetto antico espresso tra l’altro da Orazio nel “Carme secolare”, e ripreso da S. Agostino “Flectamur facile ne frangamur”, ma alla base anche della disciplina dello Judo, definito “La via della cedevolezza”. Si tratta in sostanza della cosiddetta forza d’animo di un tempo, citata da filosofi come Epiteto e Marco Aurelio, oggi definita con un termine di gran moda: resilienza.
Cosa vuol dire resilienza e come alimentarla?
La parola “resilienza” deriva dalla fisica e definisce il gradiente di elasticità di un materiale, capace di resistere a pressioni o urti, ma anche di reagire ad uno stimolo ricevuto. Ma esiste anche una resilienza sul piano psicologico sostenuta dallo psicologo ebreo Boris Cyrulnik, che ha perso entrambi i genitori nel campo di sterminio, ed ha scritto il libro “Resilienza” come arte di navigare i torrenti cioè di prendere colpi ma restare a galla.
La resilienza psicologica scaturisce fondamentalmente da tre fattori:
• Le risorse individuali connesse con la capacità di socializzare, con l’autostima, con il temperamento positivo
• Le risorse familiari relative ai legami affettivi ed all’assenza di problemi economici
• Le risorse extra familiari derivanti dal livello di scolarità, le amicizie, la cooperazione e la solidarietà
Resilienza e nuovi paradigmi nel mondo finanziario
Oggi si parla di resilienza anche sul piano economico, ed il progetto attualmente all’esame del nostro Governo, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, prevede una serie di misure di finanziamento e di riforma, atte a consentire la difesa ed il rilancio dell’economia nazionale. Passando dal macro al micro, la resilienza ha a che fare anche con la difesa dei patrimoni familiari, che necessitano di essere messi in protezione, in una fase di crisi economica in cui la ricerca di liquidità potrebbe portare ad un effetto domino di contenziosi legali. Ma la difesa dei patrimoni passa anche attraverso la scelta di settori di investimento profittevoli in un momento in cui i tassi negativi rendono difficile la ricerca di rendimenti per la parte meno rischiosa dei portafogli finanziari, quella obbligazionaria.
Al tempo stesso si possono cogliere opportunità nei trend secolari legati al notevole sviluppo economico delle economie orientali, così come nel settore delle nuove tecnologie, ovvero in quei settori legati alla protezione dal cambiamento climatico, verso cui si stanno dirigendo ingenti risorse da parte di tutte le più importanti economie del pianeta.
È un momento in cui occorre resistere, ma anche rilanciare sfruttando i nuovi paradigmi che si vanno via via creando, perché ogni crisi è un cambiamento e rivela nuove opportunità, ma occorre rivolgersi a professionisti qualificati e di fiducia per poter raggiungere risultati significativi.
Questo articolo fa parte di una rubrica di Wall Street Italia dedicata ai consulenti finanziari che vogliono raccontare le loro esperienze e iniziative professionali. Se siete interessati a pubblicare una vostra storia scriveteci a: social.brown@triboo.it
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