ROMA (WSI) – Basta piangere, basta lamentarsi della povertà crescente, dei suicidi «che c’erano anche prima della crisi», dei populismi in aumento esponenziale. I Paesi del Sud Europa, dice l’infallibile Bce, nascondono le loro immense ricchezze al Nord. Di conseguenza è giusto che si salvino da soli. È la sconcertante conclusione dell’inchiesta che ha ispirato la copertina di questa settimana dell’autorevole Spiegel.
Che esce, guarda caso, il giorno dopo il congresso fondativo del primo partito dichiaratamente anti-euro mai nato in Germania, “Alternative für Deutschland”.
In realtà, se è vero che i numeri non mentono, è altrettanto vero che bisogna saperli leggere. Ed è evidente che in Germania le statistiche pubblicate di recente dalla Bce sulla ricchezza delle famiglie europee hanno creato un pericoloso corto circuito nella testa di molti.
Aggravato dal concomitante salvataggio di Cipro che ha segnato un cambio di paradigma nelle politiche della Ue, introducendo il precedente devastante dell’«ognun per sé», tanto caro proprio a Berlino.
Il risultato ha ispirato il titolo dello Spiegel «Patente di povertà. Come i Paesi europei in crisi nascondono i loro patrimoni». Morale: l’autosalvataggio di Cipro deve essere il modello futuro per l’Europa, eccome. E fa niente se tutti si affannano, da Mario Draghi in giù, a spergiurare che Cipro è un caso unico e irripetibile, che nessun risparmiatore sarà toccato da salvataggi futuri. I tedeschi ora pensano, anzi, si auspicano il contrario, rinvigoriti anche dalla notizia che i ciprioti sono molto più ricchi di loro.
Il ragionamento è lungo e articolato ma è sufficiente citare un paio di passaggi sull’Italia per capirne il senso e rimanere basiti. «Ogni giorno in Italia ci sono molti suicidi ma c’erano già prima della crisi». Un attenuante, certo. La ricchezza mediana delle famiglie italiane, poi, essendo di 173.500 euro, «tre volte quella dei tedeschi», ispira una conseguenza ovvia.
Avendo l’Italia un debito pubblico del 130% contro quello tedesco che è all’80%, c’è una sola soluzione perché esca dall’impasse, perché si liberi finalmente di questo tallone d’Achille dei suoi conti pubblici. Eccola qua: «sarebbe più sensato che i Paesi in crisi riducano i loro debiti con le proprie forze: aggredendo maggiormente la ricchezza dei suoi cittadini».
Il settimanale è così grezzo da dimenticarsi che gli stipendi degli italiani sono molto più bassi di quelli tedeschi, o che per pagare le enormi quantità di tasse che gravano su stipendi e sulla casa ci vuole liquidità. Così come dimentica di citare gli abissi che ci sono tra i servizi di cui beneficiano i tedeschi rispetto agli italiani, in cambio delle tasse.
L’unico dato che lo Spiegel non nasconde è quello sulla povertà: da noi la quota di poveri è al 16,5% contro il 13,4% dei tedeschi. Così come ammette che i tedeschi hanno una tradizione da cicale: preferiscono vivere in affitto e spendere in viaggi piuttosto che risparmiare. Ma quando arriverà il momento di salvarci, se mai accadrà, è prevedibile che la parola d’ordine sarà una sola: salvatevi da soli. Come Cipro.
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