Essere in perdita paga, firmato Amazon.com. Il titolo della societa’ che ieri ha annunciato le perdite piu’ ingenti nella sua storia aziendalequesta mattina si trova in rialzo del 17% a quota 81,25 dollari.
Il mese scorso Amazon.com (AMZN) aveva riportato un fatturato superiore alle aspettative per la stagione natalizia, ma il mercato aveva reagito male all’idea che nonostante questo la societa’ rimane ben lontana dal registrare profitti.
Ieri la piu’ nota libreria on line, che ha introdotto recentemente vari altri prodotti, ha annunciato una perdita di 185 milioni di dollari, pari a 55 centesimi ad azione nell’ultimo trimestre del 1999, contro i 22 milioni di dollari o 7 centesimi ad azione dello stesso periodo dello scorso anno. Gli analisti avevano previsto una perdita di soli 48 centesimi ad azione, ma il mercato ha reagito bene.
Ieri il titolo aveva chiuso a 69,44 ma nel dopo borsa veniva trattato in rialzo di 10 punti e nel pre borsa di oggi stava crescendo del 15%.
Follie del mercato?
Forse. Ma a parte le perdite nette, il trimestre conclusosi a fine anno ha portato vendite di 676 milioni di dollari, una crescita del 167% rispetto alle vendite di 253 milioni di dollari dell’ultimo trimestre del ’98 e Warren Jenson, Chief financial officer di Amazon ha dichiarato che la divisione libri negli Stati Uniti ha registrato utili nel trimestre in questione e che dovrebbe continuare cosi’ anche quest’anno.
“Il margine lordo dovrebbe avvicinarsi al 20% nel primo periodo del 2000 e migliorare ulteriormente durante l’anno”, ha commentato Jenson; ed ha aggiunto: “le perdite operative dovrebbero invece diminuire dal 20% a una cifra singola entro la fine del 2000”.
“Il 2000 potrebbe essere l’anno piu’ significativo nella storia di Amazon.com”, ha concluso il Ceo Jeff Bezos.
Ottimista e’ anche Brian Gilmartin, gestore di portafoglio di Trinity Asset Management che crede che le perdite operative e le spese in conto capitale di Amazon.com dovrebbero diminuire durante l’anno anche grazie al fatto che non e’ in programma la costruzione di nuovi centri di distribuzione.