NEW YORK (WSI) – Il fenomeno dei prestiti peer-to-peer (P2P), ovvero prestiti diretti tra privati via Web, sta crescendo a livelli tali da spingere alcuni analisti a parlare di bolla. In effetti, la crescita dei volumi è per lo meno sospetta: nell’ultimo triennio, l’ammontare totale di prestiti che passano per questo canale ha registrato un incremento pari a 15 volte. Dai 4,9 miliardi di dollari del 2012 si è arrivati ai 76,9 miliardi stimati nel 2015 (dati McKinsey).
LendingClub, primo operatore al mondo del settore, è scambiato a un valore di mercato di circa $ 7 miliardi, nonostante abbia perso 33 milioni dollari l’anno scorso. E in un flashback che ricorda la fase di boom dei mutui subprime, le startup P2P hanno iniziato a vendere prestiti attraverso operazioni di cartolarizzazione.
Sebbene il fenomeno rappresenti solo lo 0,08% di 96 mila miliardi dei debiti mondiali delle famiglie, c’è chi parla di bolla. Un altro elemento che alimenta tale sospetto è l’interesse crescente nei confronti delle società che operano nel settore da parte dei fondi, che stanno riversando montagne di soldi nel settore acquistando partecipazioni in start-up P2P.
Un esempio, Nel mese di febbraio, Third point, l’hedge fund fondato da Daniel Loeb, ha guidato una nuovo round di finanziamenti pari a 200 milioni di dollari in Social Finance, società del comparto che finanzia i prestiti agli studenti. (mt)