ROMA (WSI) – Il titolo Volkswagen si è ripreso dopo il crollo in Borsa, ma le conseguenze dello scandalo delle emissioni dei motori diesel rischiano di farsi sentire a lungo. La perdita delle azioni da inizio settimana è del 32% nonostante la risalita di mercoledì. Mentre lo scandalo si allarga in tutta Germania, si prevede un impatto negativo mediatico e sugli investimenti programmati negli Stati Uniti da 7 miliardi di dollari.
Secondo gli analisti di Frost & Sullivan le rivelazioni sulle emissioni diesel ‘truccate’ di Volkswagen “potrebbero far arretrare il gruppo per gli anni a venire”. Lo scandalo potrebbe riguardare 11 milioni di auto nel mondo e pare inoltre che il governo Merkel sapesse del software per barare nei test.
Sui mercati intanto prosegue senza sosta il selloff dei titoli della casa automobilistica tedesca. Le vendite hanno iniziato a scatenarsi ieri in seguito all’ammissione di colpe e le scuse del Ceo della divisione Usa.
La truffa riguarda nello specifico 482.000 modelli diesel americani del segmento medio che sono stati dotati di un software detto “defeat device”, il quale è stato in grado durante la prova di ridurre le emissioni fino al 40% rispetto al normale utilizzo.
Ora il mercato, osserva sempre Andrew Lee di Frost & Sullivan, si interroga su quale impatto le rivelazioni avranno “sugli investimenti per 7 miliardi di dollari programmati nel mercato statunitense per aumentare le vendite”.
“Dal 2012 Volkswagen sta lottando nel mercato statunitense. Le vendite negli Stati Uniti rappresentano oggi solo il 6% del fatturato del gruppo. Il significato di questa rivelazione tuttavia ha già visto i prezzi delle azioni crollare del 22% dal momento che il Gruppo potrebbe essere sanzionato per 18 miliardi di dollari, per non parlare dell’impatto mediatico negativo”.
All’apertura delle contrattazioni, le azioni Volkswagen scivolano del 3-4% dopo il crollo avvenuto lunedì all’annuncio della bufera abbattutasi sulla casa automobilistica tedesca. Dopo che il numero uno del Gruppo di Wolfsburg, Martin Winterkorn, ha reso la prima ammissione di responsabilità, ora è la volta di Michael Horn, Ceo di Volkswagen USA.
I titoli Volkswagen rimbalzano dopo aver perso il 35% nelle prime due sedute della settimana.
La multa che pesa in capo alla società, accusata di aver barato sistematicamente per superare le prove d’inquinamento atmosferico delle sue auto diesel, ha l’importo pari a 18 miliardi di dollari e in più ad essa si aggiungono le accuse penali per i suoi dirigenti e azioni legali da parte dei clienti degli azionisti.
L’azienda ha annunciato lo stop alle vendite dei diesel 4 cilindri negli Stati Uniti, ma la vicenda non sembra aver coinvolto il marchio Porsche.