NEW YORK (WSI) – Secondo gli analisti di Frost & Sullivan le rivelazioni sulle emissioni ‘truccate’ di Volkswagen “potrebbero far arretrare il gruppo per gli anni a venire”. Pare per giunta che il governo tedesco sapesse della truffa sui motori diesel.
Sui mercati intanto prosegue per il terzo giorno consecutivo il selloff dei titoli della casa automobilistica tedesca. Le vendite hanno iniziato a scatenarsi lunedi’ in seguito all’ammissione di colpe e le scuse del Ceo della divisione Usa Michael Horn.
Lo scandalo riguarda 482.000 modelli diesel del segmento medio che sono stati dotati di un software detto “defeat device”, il quale è stato in grado di ridurre le emissioni fino al 40% durante la prova delle emissioni rispetto al normale utilizzo.
Ora il mercato, osserva Andrew Lee di Frost & Sullivan, si interroga su quale impatto le rivelazioni avranno “sugli investimenti per 7 miliardi di dollari programmati nel mercato statunitense per aumentare le vendite”. Il gruppo è stato costretto ad accantonare già 6,5 miliardi per le eventuali multe.
“Dal 2012 Volkswagen sta lottando nel mercato statunitense. Le vendite negli Stati Uniti rappresentano oggi solo il 6% del fatturato del gruppo. Il significato di questa rivelazione tuttavia ha già visto i prezzi delle azioni crollare del 22% dal momento che il Gruppo potrebbe essere sanzionato per 18 miliardi di dollari, per non parlare dell’impatto mediatico negativo”.
All’apertura delle contrattazioni, le Volkswagen scivolano del 3-4% dopo il crollo avvenuto lunedì all’annuncio della bufera abbattutasi sulla casa automobilistica tedesca. Dopo che il numero uno del Gruppo di Wolfsburg, Martin Winterkorn, ha reso la prima ammissione di responsabilità, ora è la volta di Michael Horn, Ceo di Volkswagen USA. Winterkorn ha fatto poi sapere che rimarrà alle redini del gruppo nonostante lo scandalo inaudito.
La multa che pesa in capo alla società, accusata di aver barato sistematicamente per superare le prove d’inquinamento atmosferico delle sue auto diesel, ha l’importo pari a 18 miliardi di dollari e in più ad essa si aggiungono le accuse penali per i suoi dirigenti e azioni legali da parte dei clienti degli azionisti.
L’azienda ha annunciato lo stop alle vendite dei diesel 4 cilindri negli Stati Uniti, ma la vicenda non sembra aver coinvolto il marchio Porsche.
(Aca-DaC)