Volkswagen, i guai non sono finiti. Ora class action e forse persino accuse penali
FRANCOFORTE (WSI) – Non si placa la bufera sul caso Volkswagen, dopo che la casa automobilistica tedesca ha ammesso di aver manipolato il software di controllo delle emissioni di gas su alcune auto diesel, al fine di farle sembrare meno inquinanti, truffando milioni di consumatori americani.
Oltre alla prevista multa da 18 miliardi di dollari, che ha costretto il gruppo a prevedere 6,5 miliardi di accantonamenti, pesa sulla testa della casa di Wolfsburg un’altra questione, l’avvio di una class action proposta dall’avvocato Robert C. Hilliard.
Il socio fondatore dello studio Hilliard Munoz Gonzales, LLP ha spiegato ai media che “questa è una crisi autoprodotta e alimentata esclusivamente dall’avidità di Volkswagen”. Motivo per cui l’azienda merita di pagare e ci sono persino gli estremi per una sazione penale.
Dal canto suo l’azienda tedesca dovrà dimostrare la sussistenza di un qualche motivo legittimo che ha spinto per l’installazione del software oggetto della discordia, sempre se vuole evitare accuse penali da parte degli Stati Uniti d’America. L’accusa alla Volkswagen potrebbe estendersi infatti alla frode, false dichiarazione alle autorità e altri reati.
Dopo la bufera, il Ceo Martin Winkerthorn ha finito per decidere di non rimanere al comando della casa tedesca e ha rassegnato le dimissioni.
I titoli del gruppo hanno reagito dopo aver rischiato di capitolare per il terzo giorno di fila (vedi grafico a fianco) in un contesto di volatilità massima. Da inizio settimana il calo è del -32%.
(Aca-DaC)