WOLSFBURG (WSI) – Lo scandalo Volkswagen può mettere a repentaglio il futuro dell’industria tedesca. Così tuona il nuovo numero dell’editoriale “Der Spiegel”, il più noto settimanale made in Germany che mette in copertina un maggiolino giallo portato a braccio con tanto di corona di fiori e bandiera tedesca. Va in scena il funerale di una macchina sì, ma che simboleggia l’industria tedesca, messa a repentaglio da “manie di grandezza e ignoranza”, scrive il settimanale.
Come aveva detto all’incirca un anno fa l’ex amministratore delegato della casa di Wolfsburg, Martin Winterkorn, dimissionario dopo quasi 9 anni di gestione all’indomani dello scoppio del dieselgate: “L’arroganza e l’autocompiacimento sono il peggio che ci può succedere”. L’egemonia tedesca sembra così vacillare, mettendo a nudo la fragilità della più importante potenza economica europea e non solo.
Ci va giù pesante “Der Spiegel” affermando che: “Con queste parole Winterkorn voleva descrivere solo un periodo ipotetico, non riconosceva che il peggio era già successo da tempo. La convinzione nella propria infallibilità” – continua il settimanale – “è ampiamente diffusa ai piani alti dell’industria tedesca”. La critica feroce è rivolta ovviamente non solo alla casa di Wolfsburg, rea di aver truffato milioni di consumatori in tutto il mondo e su cui pesa oggi una multa da 18 miliardi di dollari, ma a tutta l’industria nazionale tedesca. A sostenere questa tesi anche il numero uno della banca centrale, la Bundesbank, ossia Jens Weidmann che qualifica come compromesso il made in Germany.
Intanto i guai per la casa automobilistica non finiscono qui. Negli Stati Uniti partirà la prima class action contro la Volkswagen da parte di un fondo pensionistico del Michigan, a cui potrebbe seguire la Spagna dove Manos Limpias, un sindacato spagnolo di destra, ha sporto denuncia e anche l’Italia.
Plausibile infatti l’ipotesi di una class action all’italiana secondo quanto affermato dal ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio, durante un convegno a Bologna, non spingendosi però oltre sui dettagli.
Nel frattempo il 1 ottobre i ministri europei della competitività discuteranno sul caso “dieselgate” e dovranno fornire una prima valutazione quantitativa sull’impatto dello scandalo in Europa, mentre entro il 7 ottobre la casa automobilistica dovrà adottare le misure necessarie a risolvere il problema del “defeat device” ossia del software truccato.
(Aca)