NEW YORK (WSI) – Batosta per i possessori europei dei veicoli Volkswagen finiti nel mirino dello scandalo dieselgate. All’indomani della richiesta della commissaria Ue all’Industria, Elzbieta Bienkowska, di replicare in Europa l’accordo raggiunto con i consumatori statunitensi, il ceo Matthias Müller ha fatto sapere, in un’intervista a Die Welt, che “non c’è bisogno di un matematico per capire che un rimborso danni di questo tipo schiaccerebbe Volkswagen”.
In Europa, i veicoli coinvolti sono circa 8,5 milioni rispetto ai “soli” 475mila sul mercato americano e oggetto della maxi-compensazione. Nessun rimborso dunque sulla falsariga di quello messo in atto nel mercato americano, dove l’azienda ha sborsato circa 14,7 miliardi di dollari per chiudere il caso.
Le dichiarazioni di Müller hanno scatenato le ire delle associazioni dei consumatori.
Per Paolo Martinello, presidente di Fondazione Altroconsumo, “quanto sta accadendo la dice lunga su come è messa l’Ue in fatto di difesa dei consumatori in materia di class action”.
“Una vergogna, una vigliaccata”, denuncia Unione nazionale dei consumatori, che chiede l’intervento diretto del premier Matteo Renzi visto l’immobilismo del ministero dei Trasporti. Così Massimo Dona:
“A differenza che in America, le autorità italiane ed europee sono rimaste alla finestra a guardare, mentre i consumatori pagano il fatto di non avere a disposizione una vera class action con danno punitivo come negli Stati Uniti. Che gli italiani e gli europei fossero considerati da Volkswagen come cittadini di serie B, rispetto agli americani, era già evidente, e noi stessi lo avevamo anche denunciato, ma che a Wolfsburg avessero anche la sfrontatezza di ammetterlo pubblicamente è francamente troppo”.