In attesa di venerdì 9 settembre, quando si terrà la riunione d’emergenza dei ministri dell’energia dell’Ue che discuteranno dell’attuale grave situazione energetica internazionale, arrivano le parole della presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen sul tetto al prezzo del gas russo:
“Sono della ferma convinzione che è tempo di un tetto al prezzo del gas dai gasdotti russi in Europa”.
Immediata la replica del Cremlino, tramite il portavoce Dmitry Peskov, citato dall’agenzia di stampa russa Tass:
“Se i Paesi ostili metteranno un tetto ai prezzi sulle risorse energetiche russe, Mosca fornirà petrolio solo ai Paesi che si adeguano alle condizioni del mercato”.
Nel frattempo è il “Financial Times” a riportare che i paesi del G7 si preparano ad annunciare un accordo per l’introduzione di un tetto massimo di prezzo sugli acquisti di petrolio russo. Il quotidiano della City, citando funzionari informati dei colloqui, sostiene che i ministri delle finanze di Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Germania, Italia, Canada e Giappone sosterranno la mossa in una riunione prevista questo pomeriggio. Il limite avrebbe efficacia il 5 dicembre per il greggio e il 5 febbraio per i prodotti raffinati.
Ue verso un tetto al prezzo del gas
Di tetto al prezzo del gas russo si discute da tempo. La Commissione europea lo scorso 8 giugno ha riconosciuto a Spagna e Portogallo l’introduzione per un anno di un tetto al prezzo del gas per ridurre i prezzi all’ingrosso dell’elettricità nel mercato iberico. Il tetto è fissato a 40 euro a megawattora durante i primi sei mesi e aumenterà di 5 euro al mese per arrivare a 70 euro nel dodicesimo mese. L’obiettivo è ridurre il peso dell’impennata dei prezzi sulle famiglie. Il tetto al prezzo si applicherà fino al 31 maggio 2023 e assumerà la forma di un contributo diretto ai produttori di energia elettrica per finanziare parte del loro costo del carburante. Il corrispettivo giornaliero sarà calcolato sulla base della differenza di prezzo tra il prezzo di mercato del gas naturale e un tetto fissato in media a 48,8 euro per megawattora durante l’intero anno di applicazione del provvedimento.
L’Italia è favorevole al tetto, insieme a Francia, Spagna e Grecia, ma sono diversi i Paesi scettici sul tetto al prezzo del gas. Soprattutto quelli che non essendo particolarmente dipendenti dal gas russo, i paesi Scandinavi in prima fila, non vogliono introdurre regole politiche nella determinazione del prezzo di un bene scambiato sul mercato. E pertanto sottolineano che non ci sia una fretta particolare.
Intanto crolla il prezzo del gas dopo le voci per cui domani riprenderanno le forniture russe attraverso il gasdotto Nord Stream, dopo uno stop di tre giorni per manutenzione. Nel dettaglio il contratto TTF ad Amsterdam, che fa da riferimento per il metano in Europa, segna un calo del 15% a 206 euro al megawattora.
Zelensky propone il suo piano sull’energia
Nel frattempo il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, nel suo intervento al Forum Ambrosetti che si è aperto questa mattina a Cernobbio ha lanciato la proposta di aumentare l’export di elettricità verso l’Ue.
“L’Ucraina è pronta ad aumentare l’export di elettricità verso l’Europa, ma per questo è importante che l’impianto nucleare di Zaporizhzhia rimanga connesso alla rete ucraina. La presenza russa nell’impianto ci impedisce di contribuire alla situazione dell’energia in Europa. Il nostro export di energia potrebbe ridurre la pressione di Mosca sull’Europa e sull’Italia. Nonostante tutte le difficoltà, possiamo contribuire a soddisfare almeno l’8% dei consumi di elettricità dell’Italia. Inoltre l’Ucraina può diventare un green hub per l’Europa e sostituire le energie sporche della Russia. Abbiamo un grande potenziale per sviluppare le energie rinnovabili e l’idrogeno verde“.
Zelensky ha anche aggiunto che spera di “incontrare in Italia il premier Mario Draghi”, il cui “impegno personale è stato molto apprezzato”. Infine ha chiuso con un accenno alla situazione della centrale nucleare:
“La protezione della centrale nucleare di Zaporizhzhia è una tutela per tutti noi contro il disastro nucleare, che sarebbe una vera e propria catastrofe. Ci sono stati militari russi che hanno fermato i giornalisti non permettendo loro di andare oltre, questo mostra che senza la presenza di una stampa libera non è possibile dare conto di quanto sta accadendo in Ucraina, se non si consente l’accesso all’impianto ci sarà una grande responsabilità. Purtroppo non abbiamo ancora avuto l’ok dall’Aiea di tutelare l’impianto, non possiamo lasciare che ci sia un rischio nucleare dietro l’angolo. E’ impossibile permettere che un esercito di terroristi continui a occupare la centrale nucleare”.