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WALL ST. ANCORA GIU’, NON CONVINCE IL PIANO BUSH

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La seduta di borsa a New York si e’ chiusa ancora una volta in rosso. Dopo aver aperto in buon rialzo i listini hanno ceduto interamente i guadagni iniziali pressati dal disappunto degli operatori per le misure di emergenza annunciate dal presidente Bush, dalla debolezza del comparto finanziario e da alcuni dati macro poco incoraggianti. Il Dow Jones e’ arretrato dello 0.49% a 12099, l’S&P500 dello 0.60% a 1318, il Nasdaq ha ceduto lo 0.29% a 2340. E’ stata la peggiore settimana degli ultimi 5 anni: l’indice industriale e quello tecnologico hanno lasciato sul terreno 4 punti percentuali, l’S&P500 ha registrato una perdita del 5.4%.

Dal pacchetto di misure straordinare presentato dal presidente Usa per stimolare l’economia non sono emersi dettagli che non fossero gia’ attesi dagli operatori. Bush ha definito il piano come “la priorita’ economica piu’ importante del momento”. Il pacchetto dovrebbe avere un valore pari all’1% del Prodotto Interno Lordo ed offrire rimborsi fiscali ai consumatori e alle aziende per circa $145 miliardi. Dal discorso del presidente Usa e’ emerso che nonostante restino alcune minacce per l’economia, le aspettative della Casa Bianca sono per una continuazione della crescita.

Evidente la delusione degli operatori che hanno giudicato il programma non sufficiente a rilanciare l’attivita’ economica a stelle e strisce. Le nuove misure potrebbero offrire un relativo supporto nel breve periodo ma i problemi che sembrano affliggere l’economia americana in questo momento potrebbero estendersi sul lungo termine. Gli investitori restano preoccupati sull’ingresso in una possibile fase di recessione. Gli ultimi dati continuano ad indicare un deterioramento delle condizioni dei mercati, il tasso di disoccupazione e’ balzato del 5%, l’attivita’ manifatturiera sta registrando una crescita negativa. Anche il Superindice di dicembre diffuso in mattinata ha mostrato un nuovo calo (il terzo consecutivo), oltre le attese degli analisti.

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L’alta volatilita’, in parte originata anche dalla scadenza delle options, continua cosi’ ad evidenziare la forte incertezza degli investitori sulla direzione economica.

A risollevare lo spirito a Wall Street prima dell’apertura erano state la trimestrale della conglomerata industriale General Electric (GE) e l’outlook favorevole offerto dal colosso informatico IBM. I listini continuano a spingersi al ribasso nonostante i grafici tecnici suggeriscano che il comparto azionario si trova nella piu’ evidente condizione di ipervenduto degli ultimi 6 anni.

Forti Sell hanno interessato anche oggi il comparto finanziario ed in particolare le societa’ “bond insurer” dopo essere state oggetto di un downgade da parte degli analisti di Bank of America (BAC). MBIA (MBI) e’ arretrato del 7%, Security Capital (SCA) ha ceduto oltre il 9%.

Sugli altri mercati, nel comparto energetico il petrolio ha riguadagnato terreno. I futures con consegna febbraio sono avanzati di $0.44 a $90.57 al barile. Sul valutario, in lieve calo l’euro nei confronti del dollaro. Nel tardo pomeriggio di venerdi’ a New York il cambio tra le due valute e’ di 1.4614. Ancora vendite sull’oro. I futures con consegna febbraio sul metallo prezioso hanno chiuso in rialzo di $1.10 a $881.60 all’oncia. In ribasso infine i Titoli di Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ salito al 3.6480% dal 3.64% di giovedi’.

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