A meta’ giornata i listini americani continuano a muoversi in territorio pesantemente negativo, al punto che al New York Stock Exchange e’ scattato il blocco delle contrattazioni computerizzate, una misura che serve ad ammortizzare il ribasso degli indici in fase di cali pronunciati. Al giro di boa il Dow Jones arretra dell’1.36% a 13740, l’S&P500 dell’1.34% a 1528, il Nasdaq cala dell’1.08% a 2828. A dare la stura ai sell, amplificata dalla presione degli short, sono state le rinnovate preoccupazioni sulla crisi nel comparto creditizio, l’opinione sempre piu’ diffusa tra gli operatori di uno stop della politica accomodante da parte della Banca Centrale Usa e il nuovo record storico del petrolio, schizzato oggi sopra i $96 al barile. A mettere pressione ai listini e’ anche la deludente trimestrale del colosso energetico Exxon Mobil (XOM), componente del Dow Jones, che ha riportato un calo del 10% dei profitti. Il titolo cede oltre due punti percentuali.
Dopo essersi spinti vicino ai $95 nella seduta di ieri, nelle contrattazioni elettroniche i futures sul greggio con consegna dicembre sono balzati ad un nuovo massimo storico di $96.24; le quotazioni si sono poi raffreddate durante l’arco della seduta ed al momento segnano un ribasso di 52 centesimi a $94.01. Per molti analisti si tratta di una bolla causata dalle speculazioni dei trader: al momento sembrano infatti mancare i fondamentali per giustificare un cosi’ elevato prezzo dell’oro nero.
I dati macro rilasciati in giornata hanno avuto un impatto poco rilevante sulle contrattazioni. Le richieste di sussidio da parte dei disoccupati sono risultate in calo di 6 mila unita’ ad un livello leggermente migliore di quello stimato dagli analisti; sostanzialmente in linea con le attese i dati relativi al reddito e alla spesa personali. Inferiore al consensus e’ risultato l’indicatore relativo al comparto manifatturiero, sceso a 50.9 punti.
Sul fronte societario, riflettori ancora puntati sul comparto finanziario. L’ulteriore calo dei fed funds dovrebbe offrire un relativo supporto all’intero comparto che ancora risente delle conseguenze della crisi del credito scoppiata la scorsa estate coi mutui subprime. La banca d’affari svizzera Credit Suisse (CS) ha annunciato svalutazioni per $1.9 miliardi nell’ultimo esercizio trimestrale. Citigroup (C) ha visto tagliarsi il rating dagli analisti di CIBC World Markets a causa di alcune preoccupazioni sul pagamento del dividendo. Anche Credit Suisse ha rivisto al ribasso sia il giudizio che il prezzo obiettivo del colosso bancario Usa, il cui titolo perde oltre il 6% e tratta vicino ai minimi di 4 anni.
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A livello settoriale le migliori performance sono segnate dai comparti: Healthcare Services +1.6%, Commercial Printing +1.4%, Oil & Gas Drilling +1.4%, Insurance Brokers +0.9%, e Systems Software +0.5%. Tra i piu’ forti ribassi: Homebuilding -5.5%, Other Diversified Financial Services -5.2%, Thrifts & Mortgages -5.1%, Real Estate Management & Development -4.2%, e Diversified Banks -4.1%.
Alle 12.30 E.T. il volume di scambio e’ di 647 milioni di pezzi al NYSE e 1051 milioni al Nasdaq. I titoli in rialzo contro quelli in ribasso sono 457 a 2655 al Nyse e 589 a 2292 al Nasdaq. I nuovi massimi contro i nuovi minimi delle ultime 52 settimane sono: 66 a 84 al NYSE e 27 a 89 al Nasdaq.
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