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WALL ST: I TITOLI CHE BATTONO IL CALO DEL DOLLARO

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Nel momento in cui sempre più investitori iniziano a credere alla consistenza del trend rialzista delle borse, soprattutto del Nasdaq, la debolezza del dollaro getta dubbi sulla possibilità, per quell’investitore che fa la spesa (e le vacanze) in euro, di fare consistenti profitti sulla Borsa americana.

Un commento non-tecnico, dettato solo dall’esperienza, appare appropriato: in questo momento la quasi totalità degli operatori, che io sappia, è convinta di vedere il cambio eur/usd a livelli molto più alti di quello odierno, quindi con un ulteriore consistente deprezzamento del dollaro. Va ricordato allora un meccanismo insito nei mercati finanziari: quando si verifica una quasi unanimità di opinione, i mercati tendono quasi sempre a comportarsi in senso opposto a quell’opinione. Questa considerazione farebbe propendere quindi per un dollaro che ormai ha raggiunto un livello dal quale può iniziare a risalire.

Tecnicamente, possiamo tuttavia calcolare i target possibili di un’eventuale ulteriore rialzo del cambio eur/usd. Il ribasso che ha preceduto il recente rialzo, ha portato la quotazione da 1.196 circa a 1.077 circa, con una escursione quindi di 0.119 punti. Applicando a tale escursione i rapporti che uso di solito, ottengo come escursioni possibili del rialzo le seguenti:

  • 1.112
  • 1.142
  • 1.196
  • 1.296

I primi due target sono già stati ovviamente raggiunti e superati. Gli altri due invece fanno posizionare i rialzi ancora plausibili attorno all’1,3% in più, rispetto ai livelli attuali, o al 9,7% in più qualora il target 1.196 non dovesse agire da resistenza consistente. Nel caso invece il livello 1,196 dovesse resistere, i due target del ribasso successivo sarebbero i primi due livelli indicati (1.112 e 1.142), quindi da collocarsi intorno al 3,3% e al 5,8% rispettivamente al di sotto dei livelli attuali.
Questo il quadro tecnico.

Il pericolo reale per chi investe in azioni in dollari è quindi che non venga rispettata la legge che vuole un comportamento del mercato contrario all’opinione (quasi) unanime – quando c’è una opinione (quasi) unanime – e che il cambio eur/usd possa apprezzarsi ulteriormente di un 10% scarso.

Va tuttavia ricordato che la volatilità delle azioni, per lo meno di alcune categorie di azioni fra quelle più appetite, è in media molto più alta di quella dei cambi.
Un esempio è costituito da uno dei classici del Nasdaq: Yahoo! (YHOO – Nasdaq).

In questo momento la quotazione del titolo è intorno a 39 dollari e il trend è un ben delineato primario al rialzo. Le prime resistenze significative si possono collocare sugli swing di febbraio 2001 (al rialzo) e ottobre 2000 (al ribasso), rispettivamente a quota 43.70 circa e 45.90 circa.

In definitiva tecnicamente il rialzo plausibile di Yahoo, dalla quotazione attuale, si colloca in una fascia che va dal 12% al 18% circa, già sensibilmente superiore al deprezzamento tecnicamente plausibile, ma non probabile a mio parere, del dollaro. Tuttavia bisogna aggiungere che lo swing successivo per Yahoo – senza giungere ai massimi di tutti i tempi, sui quali ancor oggi si possono sollevare dubbi di ragionevolezza – si colloca a quota 70.9 dollari circa (novembre 2000), il che rappresenterebbe un rialzo, dai livelli di oggi, dell’82%.

Questa situazione è una costante: dato che il prezzo delle azioni è trascinato dal tasso di incremento degli utili, per una buona azienda tale tasso si colloca facilmente nella fascia intorno al 20% l’anno. Componendo il 20% l’anno per anche solo 5 o 6 anni, il tasso medio di incremento del prezzo dell’azione che possiamo attenderci per un buon titolo batte di gran lunga qualunque variazione dei cambi che possiamo ragionevolmente attenderci, anche perché i pattern dei cambi tendono molto più ad essere ciclici su periodi di tempo ragionevoli ma non troppo lunghi, piuttosto che mostrare derive significative.