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WALL ST. IN ROSSO SUI TIMORI PER RATING SPAGNA

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Avvio di seduta sottotono per il mercato azionario americano, appesantito dalla decisione dell’agenzia Standard & Poor’s di tagliare l’outlook sul rating creditizio della Spagna a Negative. Nel frattempo Il Dollar Index ha invertito rotta, trasformando le perdite dello 0.5% accumulate nel pre-market in un guadagno dello 0.1%.

Gli operatori sono inoltre impegnati a digerire le notizie secondo cui un gruppo di senatori democratici avrebbe trovato un accordo preliminare per abbandonare il piano proposto dal governo per riformare il sistema di assistenza sanitaria e quelle secondo cui il piano di salvataggio del sistema finanziario verra’ probabilmente esteso sino a ottobre 2010.

Nel frattempo uno dei piu’ alti esponenti repubblicani del Comitato delle Finanze del Senato ha detto di non reputare credibile che venga raggiunto un accordo bipartisan sulla riforma del sistema di controllo degli istituti finanziari entro la fine dell’anno.

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Sul fronte societario la revisione al rialzo delle linee guida di Texas Instruments non ha avuto un impatto positivo sul mercato generale, ma anzi ha messo sotto pressione i titoli affliti dal piu’ classico dei “buy the rumour, sell the news”.

Come era naturale prevedere il rimbalzo del dollaro ha tagliato le gambe al tentativo di recupero dei prezzi delle materie prime e il CRB Commodity Index e’ passato da un progresso dello 0.6% ad una perdita frazionale. Le quotazioni del greggio riescono tuttavia a rimanere saldamente in area $73 al barile, limando pero’ i guadagni iniziali.

Alert volatilita’ sul mercato energetico in vista della pubblicazione delle cifre relative alle scorte settimanali, attese per le 16:30 italiane. Mezz’ora prima si conosceranno invece i dati sulle scorte di magazziono all’ingrosso di ottobre, mentre piu’ tardi, alle 19 italiane si sapra’ come e’ andata l’asta di titoli di Stato a dieci anni.

Richieste le azioni Citigroup, Bank of America e Wells Fargo, dopo che sono iniziate a circolare indiscrezioni stampa secondo cui il segretario del Tesoro Timothy Geithner fara’ sapere al congresso che l’amministrazione Obama intende estendere il programma di salvataggio del sistema finanziario da $700 miliardi fino a ottobre dell’anno prossimo. La scadenza del piano TARP e’ fissata il 31 dicembre prossimo, ma Geithner ha la facolta’ di prolungarlo.

Il calendario economico Usa offre solo una manciata di notizie rilevanti. Alle 16 italiane le scorte di magazzino all’ingrosso di ottobre e mezz’ora dopo le scorte di petrolio settimanali. Alle 19 si conoscera’ invece l’esito dell’asta del Tesoro di titoli a dieci anni.

Il mercato sembra dunque ancora alle prese con i timori circa la capacita’ di diversi Paesi di ripagare il debito pubblico. Il ministro greco delle Finanze ha assicurato che la nazione non finira’ in default, ma i dubbi rimangono e i titoli delle banche nazionali, tra cui National Bank of Greece (-9%), sono in netto calo anche oggi. La Borsa di Dubai ha ceduto circa il 6% per il terzo giorno consecutivo, con i dubbi sulla capacita’ dell’emirato di risanare il debito che continuano.

La crescita dell’economia giapponese nel terzo trimestre intanto e’ stata rivista al ribasso a 0.3% dalla stima preliminare di 1.2%. La pesante revisione al ribasso (la pratica del finto ottimismo – o della menzogna – ormai invalsa nei paesi del G8) della crescita giapponese nel terzo trimestre, corrisponde a una revisione all’1,3% annualizzato dal precedente +4,8%, guidata dal calo degli investimenti aziendali.

In ambito di notizie societarie, l’istituto britannico Royal Bank of Scotland e Sempra Energy stanno tentando di cedere il loro braccio operativo specializzato nelle attivita’ di trading di materie prime. La Commissione Europea ha in precedenza chiesto a RBS di vendere una quota del 51%.

Procter & Gamble sta per stringere un accordo per l’acquisto delle attivita’ europee per rinfrescare l’aria di Sara Lee. Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal l’operazione si aggirerebbe intorno ai $700 milioni.

Sugli altri mercati, il greggio guadagna terreno, anche se con poca convinzione. Al momento i futures con consegna dicembre fanno segnare un progresso di $0.23 a quota $72.79 il barile. Sul valutario Il dollaro e’ sostanzialmente piatto nei confronti dell’euro, con la moneta unica che si attesta quota $1.4710. Ancora in calo i prezzi dell’oro: i futures con scadenza dicembre arretrano di $5.50 a quota $1137.90 l’oncia. In rialzo i prezzi dei Titoli di Stato, con il rendimento sul benchmark decennale che e’ sceso al 3.3700% dal 3.3920% di ieri.