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WALL ST. POCO MOSSA, NESSUNA SORPRESA DALLA FED

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Chiusura contrastata e vicina alla parita’ a Wall Street dopo che la Fed ha deciso, come ampiamente atteso, di lasciare invariato il tasso interbancario al 5.25% per l’ottava volta consecutiva. Il Dow Jones e’ arretrato dello 0.04% a 13422, l’S&P500 dello 0.04% anch’esso a 1505, positivo il Nasdaq in rialzo dello 0.12% a 2608. Moderato anche l’impatto che i dati macro diffusi prima dell’apertura hanno avuto sulle contrattazioni.

La Banca Centrale americana ha lasciato invariato il costo del denaro al 5.25%, confermando che l’espansione economica continuera’ nei prossimi trimestri ad un tasso moderato. Una nota positiva dal documento ufficiale che ha accompagnato la decisione e’ emersa dalla rimozione del termine “elevated” (elevato) in riferimento alle pressioni inflazionistiche.

La dinamica dei prezzi continua a costituire comunque la principale preoccupazione per i membri del Fomc, per cui potrebbe essere ancora troppo presto assistere ad un taglio dei fed funds. La difficile situazione del comparto immobiliare e la recente crisi dell’industria del credito, legata alle insolvebze dei mutui subprime, stanno comunque spingendo gli operatori a credere in un cambiamento della politica monetaria adottata dalla Fed entro la fine dell’anno.

Con riferimento agli ultimi aggiornamenti giunti dal fronte economico, come previsto il dato finale sul Prodotto Interno Lordo del primo trimestre e’ stato rivisto al rialzo, anche se in misura lievemente inferiore alle previsioni (+0.7% vs +0.8%). La sorpresa e’ pero’ arrivata dalla componente del deflatore, avanzata al 4.2% dal precedente 4%, segnalando un’impennata delle pressioni inflazionistiche. Per ulteriori notizie sulla dinamica dei prezzi si dovra’ attendere la giornata di venerdi’ (spese al consumo e reddito personale). Migliore delle attese, invece, il dato sul comparto del lavoro che ha mostrato una riduzione del livello di nuove richieste di sussidio da parte dei disoccupati a quota 313 mila dalle 326 mila della settimana precedente.

Sul fronte societario, seduta volatile per i titoli del comparto energetico che hanno assistito ad un graduale deterioramento dei guadagni in parallelo al ritracciamento del greggio dai massimi giornalieri. I futures con consegna agosto hanno chiuso con un rialzo di 60 centesimi a $69.57 al barile, dopo essersi spinti ad un massimo giornaliero di $70.50, livello che non si vedeva dal primo settembre dello scorso anno.

Bene le azioni del settore aereo spinte al rialzo dai commenti positivi di JP Morgan che ha migliorato il rating di ben sei compagnie tra cui UAL Corp ([[UAUA]]), Alaska Air ([[ALK]]), American Airlines ([[AMR]]) e Continental Airlines ([[CAL]]).

Nel settore finanziario, in progresso Capital One Financial ([[COF]]) dopo aver annunciato un nuovo piano di ristrutturazione interna, mirato alla riduzione dei costi, che prevede il taglio di 2000 posti di lavoro.

Tra le societa’ di rilievo che hanno diffuso i risultati trimestrali in mattinata, hanno deluso l’azienda produttrice di alcolici Constellation Brands ([[STZ]]) (il titolo e’ comunque riuscito a chiudere in buon progresso), la catena retail Family Dollar ([[FDO]]), il colosso dei cereali General Mills ([[GIS]]), e la societa’ di costruzioni KB Home ([[KBH]]); bene invece il gruppo chimico Monsanto ([[MON]]) che ha registrato un aumento degli utili di $570 milioni, ovvero $1.03 per azione.

Tra i componenti del Dow Jones, bene General Motors ([[GM]]), dopo aver confermato la vendita del business “Allison Transmission” a Carlyle Group e Onex per $5.6 miliardi, Intel ([[INTC]]), forte dell’upgrade ricevuto dagli analisti di Lehman Brothers, e AT&T (T). I maggiori ribassi sono a carico di Hewlett-Packard ([[HPQ]]), McDonald’s ([[MCD]]) e Walt Disney ([[DIS]]).

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Sul valutario, euro in lieve flessione rispetto dollaro: nel tardo pomeriggio di mercoledi’ a New York il cambio tra le due valute e’ di 1.3434. In progresso l’oro. I futures con consegna agosto hanno chiuso realizzando un guadagno di $5.60 a $650.40 all’oncia. In calo infine i Titoli di Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ salito al 5.118% dal 5.07% di mercoledi’.