Dopo un avvio positivo, gli indici americani hanno invertito rotta man mano che gli operatori analizzavano in dettaglio l’ultimo rapporto sul settore immobiliare, rivelatosi in calo per il terzo mese consecutivo. Il Dow Jones ha ceduto lo 0.02% a 10709, l’S&P500 lo 0.17% a 1264, il Nasdaq e’ arretrato dello 0.20% a 2260.00.
Il rallentamento del comparto delle case ha prevalso sia sui buoni dati trimestrale relativi agli utili societari che sul calo dei prezzi petroliferi. Nel mese di dicembre, le vendite di case esistenti hanno registrato il terzo calo consecutivo, con una flessione del 5.7% a quota 6.60 milioni, livello minimo di quasi due anni. Le attese degli analsiti erano per un calo piu’ contenuto a $6.87 mln.
Dal dato sembra emergere l’inizio di un trand ribassista in fase di regressione dai picchi storici. Nell’ultimo periodo il comparto immobiliare ha rappresentato il motore dell’intero sistema americano ed e’ quindi ovvio che un suo raffreddamento alzi dubbi e preoccupazioni sull’attuale stato dell’attivita’ economia Usa.
Buoni, tuttavia, la maggior parte dei risultati finanziari comunicati in giornata. Superiori alle attese le trimestrali delle societa’ energetiche ConocoPhillips e Amerada Hesse, quella del colosso assicurativo WellPoint e i numeri del colosso dei prodotti di largo consumo Colgate-Palmolive.
Bene anche Netflix, la societa’ di noleggio DVD online che, nell’after hour di martedi’, ha riportato un aumento degli utili ed ha annunciato il superamento dei 4 milioni di utenti. Il titolo e’ avanzato di oltre il 15%.
Tra i titoli del Dow Jones, la migliore performance sono state quelle di General Motors, Hewlett Packard ed AT&T. In calo, invece, McDonald’s, Exxon Mobil, Walt Disney e Johnson&Johnson. Per le ultime due, ci sono stati degli sviluppi definitivi nelle operazioni di M&A in cui erano coinvolte.
In particolare, nell’after hour di martedi’, il colosso entertainment Walt Disney ha annunciato che rilevera’ lo studio di animazione cinematografico Pixar, suo partner da lungo tempo, per un controvalore di $7.4 miliardi.
Johnson&Johnson ha invece gettato la spugna nella battaglia contro Boston Scientific, per l’acquisizione di Guidant, societa’ produttrice di apparecchiature mediche. Quest’ultima ha definitivamente accettato la proposta avanzata da BSX del valore di $27 miliardi.
Alcune note positive sono emerse anche dal comparto energetico. I futures con scadenza marzo sul petrolio sono arretrati di $1.21 a quota $65.85 al barile. Dallo scorso venerdi’ la perdita e’ stata di quasi il 4%. Nell’ultima settimana, sono diminuite le scorte di greggio ma sono aumentate quelle di benzina e di prodotti distillati (che comprendono il gasolio da riscaldamento). A pesare sui contratti sono anche le attese per la conferma di output da parte dell’OPEC.
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Sugli altri mercati, in recupero l’oro. Il contratto futures con scadenza febbraio e’ avanzato di $4.40 a quota $562.50 all’oncia. In lieve calo l’euro. Nel tardo pomeriggio di martedi’ a New York, il cambio nei confronti del dollaro e’ a quota 1.2240. In netto ribasso, infine, anche i titoli di Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ cresciuto a 4.479% dal 4.39 di martedi’.