Economia

Wall Street accelera nel finale, nonostante dati macro mediocri

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NEW YORK (WSI) – Wall Street chiude in rialzo una giornata partita all’insegna della cautela. Allentata la tensione sul fronte europeo dopo l’accordo tra Grecia e creditori internazionali, gli investitori si concentrano oggi sul fronte americano. Le notizie sull’economia non sono state pero’ brillanti, con alcuni dati macroeconomici poco convincenti.

Nel finale, il Dow segna un aumento dello 0,42% a 18.054 punti, il Nasdaq guadagna lo 0,66% a 5.105 punti mentre lo S&P 500 segna una crescita dello 0,45% a 2.109 punti.

Sotto i riflettori, le vendite al dettaglio di giugno, scese inaspettatamente (-0,3% contro attese per un +0,2% dopo il +1% visto a maggio). Le deludenti vendite al dettaglio di giugno alimentano la tesi di chi crede che la Federal Reserve sara’ ancora piu’ paziente nell’iniziare ad alzare i tassi di interesse. Inoltre, i prezzi alle importazioni sono sono calati a giugno, segno che il dollaro forte e una crescita ancora debole all’estero penalizzano l’economia americana reduce da un primo trimestre in contrazione.

In aggiunta, le scorte di magazzino delle aziende Usa sono cresciute meno delle previsioni. Il tutto si verifica mentre trader e gestori monitorano gli sviluppi in Grecia all’indomani dell’accordo di principio siglato con i creditori. Anche le implicazioni dell’intesa sul nucleare tra Iran e le sei potenze mondiali vengono studiate, soprattutto per quanto riguarda il mercato petrolifero. Il greggio ad agosto segna un -0,02% a 52,19 dollari al barile.

Gli investitori aspettano che la Grecia implementi speditamente alcune delle riforme su cui ha trovato un accordo ieri con i creditori. Intanto nel pre-mercato il titolo JP Morgan non reagisce alla trimestrale sopra le stime. L’intesa sul nucleare tra Iran e le principali potenze mondiali invece ha nell’immediato pesato sulle quotazioni del petrolio, che ora sembra stabilizzarsi.

Il settore energetico e i prezzi del petrolio sono sotto pressione dopo l’intesa sul programma nucleare iraniano. I contratti sul Wti sono scesi ai minimi di tre mesi.

Sul fronte societario, JP Morgan sale nel giorno di una trimestrale sopra le stime. Wells Fargo invece perde terreno: i conti sono sostanzialmente in linea alle previsioni. Nonostante un dollaro forte e la competizione subita dal suo trattamento per l’epatite C, Johnson & Johnson (-1,29%) ha alzato le stime per l’anno congiuntamente alla pubblicazione del bilancio del secondo trimestre che ha centrato il consensus.

Micron Technology vola: il produttore americano di chip avrebbe ricevuto un’offerta da 23 miliardi di dollari per essere comprato da Tsinghua Unigroup, gruppo cinese controllato dallo Stato e il piu’ grande produttore cinese di microprocessori.

Sul valutario, l’euro ha bucato 1,10 dollari, con il biglietto verde che viene favorito dalle speculazioni circa un rialzo dei tassi della Federal Reserve entro fine anno.

La moneta unica scende a $1,0987. La valuta europea perde terreno anche nei confronti della sterlina scivolando a 0,7102. Sul franco è piatta a 1,0454. Rispetto alla divisa giapponese il dollaro fa -0,06% a 123,36 yen.

Tra le materie prime, ancora molto negativi i futures sul petrolio, malgrado le rassicurazioni dell’Opec. I contratti cedono il 2,05% a 51,13 dollari il barile. I Brent -1,64% a quota $56,90. L’oro perde -0,29% a 1.154,66 dollari l’oncia.

(DaC-MT)