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Wall Street affonda: Dow Jones perde 264 punti. Nasdaq: -1,94%. Alert tecnico

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NEW YORK (WSI) – Pessimo il bilancio della seduta di Wall Street, che chiude la peggiore seduta in due mesi. Le ragioni del calo includono timori per una ritorsione della Russia che minaccia di sequestrare gli asset stranieri nel paese, l’escalation del confitto in Siria e il dato deludente sugli ordini di beni durevoli negli Stati Uniti.

Ecco lo snapshot di chiusura degli indici:

S&P 500: 1,965.99 -32.31 (1.62%)

Dow Jones: 16,945.80 -264.26 (1.54%)

Nasdaq: 4,466.75 -88.47 (1.94%)

Petrolio 91.23 -0.33% Oro 1,224.30 +0.16% EUR/USD 1.2743 -0.28% T-bond 10 anni 2.5110 -2.26% Mais326.50 -0.91% Rame 3.04 -0.59% Argento 17.55 -0.86% Russell 2000 1,112.35 -1.41% VIX 15.76 +18.76% BATS 1000 21,928.40 -1.49% GBP/USD 1.6314 -0.14% USD/JPY 108.7250 -0.35%

Come conseguenza l’indice Vix, che misura la volatilita’ sui mercati, e’ balzato di quasi il 20% a 15,78 punti. Gli analisti fanno notare comunque che nonostante l’aumento l’indice resta sotto quota 20 punti, media degli ultimi 10 anni. Per il Russel 200 si tratta del quarto peggior calo dell’anno.

Sotto i riflettori del mercato la crisi Ucraina: Mosca potrebbe decidere di promuovere una propria blacklist dei rappresentanti europei che non potranno recarsi nel Paese. Secondo Reuters potrebbero essere valutati anche dei sequestri di asset europei in Russia.

“Quello che è successo oggi indica che il conflitto tra Mosca da una parte e Usa e Europa dall’altra sta volgendo al peggio” ha fatto notare Jim Russell, senior equity strategist di Wealth Management.

L’indice benchmark ha rotto il supporto chiave, toccando i minimi di 6 settimane. Nelle sale operative si parla di un massiccio ordine di vendite da parte di un investitore istituzionale, che copre circa 200 azioni. Per gli analisti, il prossimo supporto da tenere d’occhio è 1.971,74 e in caso di rottura 1969,95. La resistenza è invece fissata a 1984,13 punti.

Notizie negative sono arrivate oggi dagli ordini di beni durevoli negli Stati Uniti in flessione del 18,2% a livello mensile ad agosto, a fronte di un consenso a -18%. Lo ha reso noto il Census Bureau, aggiungendo che gli ordini alle imprese ex trasporti ad agosto hanno registrato una variazione positiva dello 0,7% mese su mese a fronte di un consenso a +0,6%, mentre quelli ex difesa sono diminuiti del 19% sempre su base mensile. Gli ordini per beni durevoli di luglio sono stati rivisti +22,6% a +22,5%.

Meglio delle attese le nuove richieste settimanali di sussidi alla disoccupazione sono aumentate di 12mila unita’ a un livello destagionalizzato di 293mila nella settimana terminata il 20 settembre. Lo ha reso noto il Dipartimento del Lavoro. Il dato e’ comunque inferiore alle stime delle stime degli analisti. Il dato della settimana precedente e’ stato rivisto leggermente al rialzo a 281mila da 280mila. Il dato della scorsa settimana segna il minimo da meta’ del 2000, anche se gli ultimi dati sono stati condizionati da una volatilita’ maggiore del solito intorno al Labor Day.

Il Dipartimento del Lavoro ha precisato che in questa settimana non ci sono stati fattori particolari ad influenzare i dati. La media mobile a quattro settimane, che subisce di meno la volatilita’ settimanale, e’ calata di 1.250 unita’ a 298.500. Negli ultimi tre mesi le richieste si sono attestate in media intorno a 300mila, un livello che si e’ visto regolarmente per l’ultima volta nel 2006.

L’indice Pmi servizi misurato da Markit e’ calato in settembre a 58,5 punti da 59,5 in agosto. La stima, provvisoria, indica comunque una fase di forte espansione delle attivita’ economiche.

Oggi, intanto, in un intervento al convegno di studi “L’impatto della politica monetaria Usa sull’Eurozona” organizzato dall’Istituto Affari Internazionali, il presidente della Federal Reserve di Dallas, Richard Fisher ha detto che: “Sui mercati c’era un detto: non mettetevi contro la Fed. Vale anche per la Bce, quando Mario Draghi, presidente della Bce ha detto mercati che farà “tutto il necessario. Dunque non mettetevi contro Draghi, la questione è se i mercati metteranno questo detto in discussione” testando gli impegni presi della Bce, ha sottolineato Fisher.

Per quanto riguarda i titoli, da segnalare il ribasso di Apple, che cede quasi il 4%, dopo avare perso l’1,1% nel premercato a Wall Street: il colosso di Cupertino e’ stato costretto a ritirare l’aggiornamento del sistema operativo iOS 8, a meno di una settimana dal lancio del software.

In rosso il titolo di GameStop, perde il 2,5%, nonostante abbia annunciato che assumera’ circa 25.000 dipendenti con contratto a tempo negli Stati Uniti in vista della stagione degli acquisti natalizi. Sotto pressione invece il titolo della catena di grandi magazzini Sears, che perde l’1,5%, dopo che Doug Campbell, amministratore delegato della divisione canadese, ha rassegnato le proprie dimissioni. Restera’ in carica finche’ non sara’ trovato un sostituto.