E’ pesantemente negativa la prima seduta di Wall Street dopo lo stop natalizio. Il Dow Jones ha perso lo 0,97% a 10.777,77 punti, il Nasdaq Composite e’ arretrato dell’1,00% a 2.226,89 punti e lo S&P 500 è calato dello 0,96% a 1.256,54 punti. Per il Dow Jones la perdita di 105 punti e’ la peggiore dalla fine di ottobre.
Dopo un avvio positivo, gli indici hanno virato in rosso scontando la performance negativa dei titoli energetici e tecnologici, con vendite in accelerazione proprio negli ultimi 20 minuti. Va detto che i volumi sono comunque molto bassi per via del lungo periodo festivo. Secondo i trader del Nyse, sono mancati soprattutto i buy ad arginare le vendite.
Tutti e 10 i principali settori hano chiuso in rosso: Financials (-0.78%), Tech (-0.91%), Health Care (-0.84%), Consumer Staples (-0.68%), Consumer Discretionary (-0.79%), Industrials (-0.93%), Energy (-2.63%), Telecom (-0.09%), Materials (-0.69%) e Utilities (-0.41%).
In realta’ i sell sono scattati quando sul mercato obbligazionario si e’ creata una situazione particolare, che non si ripeteva da 5 anni, dal 2001. E’ successo che i rendimenti del titolo del Tesoro americano a lungo termine, cioe’ i Bot Usa a 10 anni (lo yield e’ calato martedi’ al 4.33% e il prezzo e’ salito + 09/32) sono risultati esattamente uguali ai rendimenti del Titolo del Tesoro a 2 anni. Questo fenomeno, molto raro, che si chiama appiattimento o “inversione” della curva dei rendimenti, ha messo in allarme le banche d’affari di New York e provocato il ribasso in borsa, perche’ segnala un rallentamento dell’economia degli Stati Uniti e nei casi peggiori, una recessione. E di conseguenza – secondo alcuni analisti – prelude a un possibile futuro taglio dei tassi da parte della Federal Reserve.
Secondo alcuni analisti interpellati dall’agenzia Bloomberg, sarebbe stato principalmente l’appiattimento della curva dei rendimenti evidenziato dal mercato dei Treasury e che segnalerebbe la possibilità di un rallentamento della crescita economica. In particolare – come gia’ detto – si è verificata una inversione della curva dei tassi obbligazionari, con i rendimenti a breve termine superiori a quelli a lungo termine: un fenomeno che ha preceduto ognuna delle fasi di recessione vissute dagli Usa.
L’ultima volta risale a dicembre 2000: prima, quindi, della recessione del 2001. Per Stephen Massocca, di Pacific Growth Equities a San Francisco, in giorni di trading molto ridotto l’attenzione degli investitori si è concentrata su un “potenziale movimento del mercato dei bond nel timore che possa segnalare una recessione a breve termine”.
Sul listino, la frenata dei prezzi del greggio, scesi sotto la soglia dei 58 dollari al barile, ha appesantito il comparto petrolifero che ha registrato un forte calo, mentre il comparto tecnologico ha sconta le perdite registrate dai ‘negozi’ online Amazon e EBay. Quanto ai singoli titoli, spiccano le perdite dei petroliferi con Valero Energy e di Exxon Mobil. In generale tutto il comparto retail e’ andato male, oltre ad Amazon e Ebay, con arretramenti per Wal-Mart e Best Buy.
Al termine delle contrattazioni sul mercato valutario di New York, l’euro ha chiuso in ribasso a 1,1833 contro il dollaro, a fronte di 1,1865 di venerdì scorso.